Oggi tocca ad una vera chicca che, probabilmente, troverà appassionati soprattutto tra gli sportivi del Nord Est. Sto parlando de “I Pionieri” edito da Bottega Errante Edizioni, ultimo libro del mitico Sergio Tavcar, giornalista triestino e voce sportiva per antonomasia di TV Koper Capodistria. Una voce che ha riempito i pomeriggi e le serate di almeno un paio di generazioni italiane e che ha fatto appassionare con la sua tagliente ironia e le considerazioni non banali una schiera di giovani agli sport più disparati, dal basket Yugoslavo alle prime immagini di una NBA mitica, fino alle grandi manifestazioni sportive internazionali. Un libro carico di ironia e aneddoti e tanta schiettezza che, come il suo autore, non può che conquistare.
“I pionieri” racconta la genesi della redazione sportiva di Telecapodistria, grazie a due ventenni triestini carichi di entusiasmo Sergio Tavcar, appunto, e la sua inseparabile spalla Sandro Vidrih. Da un piccolo stanzino e con mezzi di fortuna le telecronache sportive di questa strana coppia, diventano trasmissioni di culto. Grazie alla partnership con la televisione di stato Yugoslava, la piccola emittente slovena può trasmettere in diretta i più grandi eventi sportivi mondiali e grazie all’aiuto della minoranza slovena in Italia che costituirà un’ apposita società per ritrasmettere il segnale in Italia, i due diventano popolarissimi in tutto il nord del paese. Il libro ci racconta un mondo: quello della ormai ex Yugoslavia, dal regime di Tito allo sgretolamento che inizia pochi anni dopo la morte del Maresciallo. Lo fa di riflesso parlando di avventure sportive e di una scalcagnata e spesso priva di fondi equipe che però faceva di necessità virtù e dove non arrivava il denaro aguzzava ingegno e professionalità. Sono mirabili le pagine nelle quali Tavcar descrive una Sarajevo bellissima e che purtroppo non c’è più. Quella delle Olimpiadi invernali dell’84. “Città eponimo della Yugoslavia – scrive Tavcar – crogiolo di genti, etnie e culture che all’epoca vivevano in perfetta armonia. Bastavano dieci minuti di cammino e andavi da Vienna ad Istanbul, passando per Belgrado”. Dopo tutto questo entra in scena Fininvest che in qualche modo fa toccare alla piccola emittente capodistriana il proprio apice di mezzi e popolarità, ma, allo stesso tempo, ne decreterà il declino e la fine di questo straordinario esperimento culturale e sportivo. A Capodistria arriveranno i grossi calibri milanesi: da Flavio Tranquilllo a Guido Meda, evidentemente non propriamente simpatici a Tavcar che li liquida sostanzialmente con una riga, fino a Franco Ligas, Bruno Longhi e Massimo Marianella. Fininvest utilizza Tv Koper come un esperimento e un test sul campo che porterà alla creazione della prima pay tv sportiva italiana: Tele+2. Tavcar ha finito la propria esperienza nella redazione sportiva di TV Capodistria nel 2019 e si sente l’amarezza per aver lasciato un lavoro che ha amato profondamente, come peraltro traspariva dalle sue telecronache. Ancora si chiede come “Una banda Alan Ford di dilettanti allo sbaraglio possa ancora essere ricordata con affetto”. Probabilmente la risposta si trova in uno degli slogan coniato dalla redazione stessa “TV Capodistria. Fuori dal coro, ma mai stonati”
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