giovedì 26 gennaio 2017

Your name

Your Name è un film di animazione giapponese del 2016 che in Giappone ha battuto tutti i record di incasso. Ma perchè la storia di Matsuha e Taki, ricca di topoi letterari e cinematografici abbastanza triti e banali ha colto nel segno? Per scoprirlo ho approfittato degli unici tre giorni nei quali il film è stato proiettato nelle sale italiane
Mitsuha è una giovane che abita nel giappone rurale, nella cittadina di Itomori. La ragazza è stanca della sua vita che ritiene monotona, scandita dagli impegni scolastici e quelli che condivide con la nonna e la sorella più piccola ovvero l'esecuzione di riti scintoisti nel tempio familiare, e vorrebbe andare a vivere a Tokio.
Taki invece nella metropoli ci vive. Studia in una scuola di architettura e fa il cameriere part time in un ristorante italiano.
Un giorno al risveglio si trovano, inspiegabilmente, uno nel corpo dell'altra ed iniziano, senza conoscersi a vivere delle vite in parallelo, scambiandosi le loro opinioni nei diari dei loro smartphone.
Si sviluppa quindi una classica commedia basata sugli equivoci e sugli scambi d'identità, con una spruzzata di amore adolescente, fino a quando una misteriosa cometa cambierà tutto.
Insomma: commedia adolescenziale, scambio uomo/donna tipo "Nei panni di una bionda" di Blake Edwards, un pizzico di "Sliding Doors" , linee temporali che si incrociano come in "Ritorno al Futuro", scomodando anche l'incomunicabilità di Antonioni. Allora perchè vale la pena andare a vederlo? Intanto perchè è scritto e disegnato molto bene. In più riesce a toccare bene le corde emozionali dello spettatore passando dal registro comico a quello sentimentale per finire con quello poetico. E' una precisa fotografia del Giappone eternamente diviso tra ipertecnologia e riti millenari che non vanno dispersi, paesaggio metropolitano e ambiente naturale mozzafiato. Questo equilibrio rimane sempre instabile e comunque minacciato dagli eventi naturali (in questo caso una meteorite che si stacca da una cometa, ma come non pensare ai terremoti o alla meno naturale tragedia di Fukushima?). Il messaggio di speranza viene sempre dai più giovani che, seppur alla perpetua ricerca del nuovo, sapranno conservare la tradizione che rende così particolare e unica la terra del Sol Levante 

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