Con “Le forme del Male” il prolifico scrittore ed editore udinese Paolo Morganti ci
propone due personaggi nuovi di zecca. Lasciata momentaneamente da parte la
serie dedicata agli investigatori friulani del '500 Martino da Madrisio e
Michele Soravito e quella sul proprio cane Piero, ci introduce Paolo e
Francesca, che diversamente dagli omologhi danteschi non vengono assassinati
per il loro amore proibito, ma incorrono in misteri terreni ed esperienze
paranormali nel territorio carnico. Paolo Lanfranchi è un rinomato chef
veronese. La sua vita cambia nel giro di una sera. Alcuni banditi entrano nella
sua villa, uccidono sua moglie Elena e lo spediscono in coma. Lanfranchi si
risveglia un anno dopo,decide di lasciare le rive dell'Adige e si rifugia nella
casa d'infanzia di Elena, a Verzegnis. Qui inizia ad avvertire malesseri e ad
avere apparizioni ogni volta che incontra il Male. Per stare meglio sente
l'esigenza di svelare misteri e delitti.
Ed è proprio questo che Morganti ci
racconta nei tre racconti che compongono il libro. Assieme a Lanfranchi
incontriamo la sua nuova vicina di casa, l'affascinante restauratrice Francesca
Coradazzi che ha ereditato dal padre Silvio la capacità di vedere le anime dei
morti. La strana coppia, tra un'esperienza paranormale e l'altra, ci
intrattiene con discussioni sulla cucina e usanze carniche, su opere d'arte
immortali e con i tipici litigi tra (più o meno segretamente) innamorati. Nel
contempo possiamo seguire le indagini che cercano di far luce sulla scomparsa
di una ragazzina, su drammi familiari che possono essere svelati grazie al
restauro di un quadro e su una oscura morte avvenuta nell'ambiente partigiano.
I racconti sono piacevoli e, probabilmente, ne seguiranno degli altri
considerando che Lanfranchi sta per aprire un ristorante gourmet in quel di
Socchieve
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