Per uno che da una vita soggiorna nel
comodo ed accogliente ventre dei palazzetti la richiesta poteva
essere traumatica: “Che ne dici? Potresti andare a seguire qualche
partita dei campionati provinciali di calcio?” Beh, perchè no?
Sempre di sport si tratta! Ignaro di tutto e tutti e con la
competenza calcistica ridotta alla frequentazione giovanile degli
album Panini e alla visione di svariate partite tramite tubo catodico
sono partito con la lancia in resta e, a dirla tutta, mi sono
divertito un sacco. Grazie della bella annata Terza Categoria (e
anche un po' a te Seconda, sennò ci rimani male...)
Nell'immaginario collettivo (o almeno
nel mio) la Terza Categoria doveva essere un coacervo di camionisti
scarponi alla ricerca della tibia avversaria più che del pallone. E
il pubblico composto per la maggior parte da anzianotti che nel
weekend dovevano sostituire con qualcosa la visione dei lavori
stradali. Invece ho trovato giocatori appassionati, dirigenti
intraprendenti che cercano di fare il massimo per il proprio club e
il proprio paese e un sacco di belle persone. L'esordio confermava
alcune mie funeste previsioni: la prima cronaca raccontava di un
raptus che aveva colto un difensore a due minuti dalla fine. Con
palla ferma aveva tirato un potente calcione all'attaccante
avversario in piena area causando un rigore decisivo, permettendo di
sbloccare uno zero a zero che non si sarebbe mosso neanche col
tritolo. Ma poi ho scoperto che:
I CAMPI SPORTIVI
Ce ne sono di tutti i tipi. Si parte da
quello nel quale sei seduto su un argine artificiale e preghi non
piova mai (e poi ti domandi pure perchè non mettano una recinzione
visto che ci sono 3 campi affiancati e ad ogni controllo rivedibile
un povero gramo deve fare la maratona per recuperare la palla e
battere la rimessa laterale) per arrivare a quello che ha una
cancellata d'ingresso degna di Auschwitz. I più fortunati sono
dotati di tribuna coperta anche se misteriosamente ci si bagna quasi
di più che se si rimanesse all'aperto. E quest'anno ho ovviamente
preso l'annata più piovosa delle ultime 170 stagioni... A fare la
differenza resta sempre il chiosco: inesauribile fornitore di
birrette e vin brulè nonché di imperdibili chiacchiere e
spetteguless pre e post partita. Certe vettovaglie non le ho mai
viste neanche negli aperitivi pre matrimonio...
IL PUBBLICO
Folto e numeroso. Ho scoperto che in
Terza Categoria il binomio calciatore/velina si trasforma in
calciatore/pallavolista. L'audience è variegata. Si va dai parenti
che difendono a spada tratta i propri congiunti, per arrivare ai
disfattisti del primo minuto (quelli che sanno già che si perderà
ancor prima del calcio d'inizio). Le migliori perle dell'anno sono
state indubbiamente:
- Pubblico che beve pesante: “Oh fioi go ciapà na piomba de gingerino!”
- Urlo al terzino pigro “Ciò no te te fa neanche le seghe par non far fadiga!”
- Il centrocampista centrale appare fuori forma: “SANTO CIELO ! (magari non ha detto proprio così...) Guardalo con tutte le sagre che passa entrerà in forma a Natale! E dopo inizierà col brulè e il musetto”
- Invocazioni di un prete tifoso “SANTO CIELO!” (vedi sopra...)
- L'arbitro è in forma e non sbaglia un fischio “MACACO!” (sentito su svariati rettangoli di gioco)
Ma il pubblico è fondamentale per
svolgere il proprio compito di cronista. In occasione di certi
mischioni orrendi in area, terminati ovviamente con la palla rotolata
in porta, non avendo a disposizione sofisticati replay e Sky Cam ci
si deve affidare agli occhi esperti che ci circondano per poter
ricostruire l'esatto svolgersi dell'azione. Come un novello Fantozzi
è capitato di chiedere: “Chi ha fatto palo?” Fortunatamente
nessuno ha mai risposto con “McKinley!” o con un pugno...
Ma sulle tribune ho potuto anche
assistere anche a scene da Libro Cuore. Quella che più mi ha colpito
è stata la commozione di un arzillo ottantenne: suo figlio,
allenatore, aveva appena vinto una partita importante...
I GIOCATORI
Anche in questo caso la fauna è varia.
Si passa dal giovanotto di belle speranze dal passo agile all'esperto
che è in grado di gestirsi per non morire dopo dieci minuti di
fuochi artificiali... Ho visto ammirevoli esemplari dal fisico
decisamente poco atletico esibirsi in tocchi raffinati e dare fino
all'ultima goccia di sudore nonostante le movenze in “modalità
moviola”. Come in tutti i campi della vita ci sono i vari tipi
umani: il protestone, il furbo, il generoso e il “brombol”. Per
policy aziendale non ho volutamente mai massacrato nessuno, neanche
se causava due rigori, veniva espulso oppure spediva la palla sulla
Luna dopo essersi trovato da solo a due centimetri dalla linea di
porta. Nefandezze se ne vedono da difensori che prendono lauti
stipendi per cui in Terza Categoria #Solocosebelle e #Ironia
GLI ARBITRI
I più vituperati eppure i più
necessari. Giocano anche loro la loro gara, senza giudici di porta e
senza assistenti. Ho sempre pensato siano appassionati ed eroici. Chi
glielo fa fare di affrontare un'arena nella quale saranno il capro
espiatorio di qualsiasi cosa? Un grande amore per il gioco. Alcuni
flash:
- Anche l'arbitro alle prime armi sente la pressione dell'esordio. Provate voi ad andare a chiedere la distinta pre partita nel suo spogliatoio e capirete... (Non so se fosse più divertente sto fatto o il dirigente di casa che con sguardo di terrore ti dice “Ah nol me vardi giornalista! Ghe assicuro che non so sta mi!”)
- In un inverno piovosissimo può capitare di giocare in un terreno impraticabile. Ma fare la prova di rimbalzo della palla all'80 con il risultato sul 3-0 e con l'idea di sospendere la partita non è il massimo per garantire la propria incolumità
Come in tutti i campionati e in tutti
gli sport questo è il periodo di gioia per le promozioni e di
tristezza in caso di annata sfortunata, ma anche noi umili cronisti
di provincia siamo pronti a ritornare in pista per raccontare le
gesta di questi nobili praticanti dell'arte pedatoria. Ecco alcune
cronache:
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