lunedì 9 maggio 2016

Un pallavolista prestato alla Terza Categoria: un'ottima annata!

Per uno che da una vita soggiorna nel comodo ed accogliente ventre dei palazzetti la richiesta poteva essere traumatica: “Che ne dici? Potresti andare a seguire qualche partita dei campionati provinciali di calcio?” Beh, perchè no? Sempre di sport si tratta! Ignaro di tutto e tutti e con la competenza calcistica ridotta alla frequentazione giovanile degli album Panini e alla visione di svariate partite tramite tubo catodico sono partito con la lancia in resta e, a dirla tutta, mi sono divertito un sacco. Grazie della bella annata Terza Categoria (e anche un po' a te Seconda, sennò ci rimani male...)

Nell'immaginario collettivo (o almeno nel mio) la Terza Categoria doveva essere un coacervo di camionisti scarponi alla ricerca della tibia avversaria più che del pallone. E il pubblico composto per la maggior parte da anzianotti che nel weekend dovevano sostituire con qualcosa la visione dei lavori stradali. Invece ho trovato giocatori appassionati, dirigenti intraprendenti che cercano di fare il massimo per il proprio club e il proprio paese e un sacco di belle persone. L'esordio confermava alcune mie funeste previsioni: la prima cronaca raccontava di un raptus che aveva colto un difensore a due minuti dalla fine. Con palla ferma aveva tirato un potente calcione all'attaccante avversario in piena area causando un rigore decisivo, permettendo di sbloccare uno zero a zero che non si sarebbe mosso neanche col tritolo. Ma poi ho scoperto che:

I CAMPI SPORTIVI
Ce ne sono di tutti i tipi. Si parte da quello nel quale sei seduto su un argine artificiale e preghi non piova mai (e poi ti domandi pure perchè non mettano una recinzione visto che ci sono 3 campi affiancati e ad ogni controllo rivedibile un povero gramo deve fare la maratona per recuperare la palla e battere la rimessa laterale) per arrivare a quello che ha una cancellata d'ingresso degna di Auschwitz. I più fortunati sono dotati di tribuna coperta anche se misteriosamente ci si bagna quasi di più che se si rimanesse all'aperto. E quest'anno ho ovviamente preso l'annata più piovosa delle ultime 170 stagioni... A fare la differenza resta sempre il chiosco: inesauribile fornitore di birrette e vin brulè nonché di imperdibili chiacchiere e spetteguless pre e post partita. Certe vettovaglie non le ho mai viste neanche negli aperitivi pre matrimonio...

IL PUBBLICO
Folto e numeroso. Ho scoperto che in Terza Categoria il binomio calciatore/velina si trasforma in calciatore/pallavolista. L'audience è variegata. Si va dai parenti che difendono a spada tratta i propri congiunti, per arrivare ai disfattisti del primo minuto (quelli che sanno già che si perderà ancor prima del calcio d'inizio). Le migliori perle dell'anno sono state indubbiamente:

  • Pubblico che beve pesante: “Oh fioi go ciapà na piomba de gingerino!”
  • Urlo al terzino pigro “Ciò no te te fa neanche le seghe par non far fadiga!”
  • Il centrocampista centrale appare fuori forma: “SANTO CIELO ! (magari non ha detto proprio così...) Guardalo con tutte le sagre che passa entrerà in forma a Natale! E dopo inizierà col brulè e il musetto”
  • Invocazioni di un prete tifoso “SANTO CIELO!” (vedi sopra...)
  • L'arbitro è in forma e non sbaglia un fischio “MACACO!” (sentito su svariati rettangoli di gioco)
Ma il pubblico è fondamentale per svolgere il proprio compito di cronista. In occasione di certi mischioni orrendi in area, terminati ovviamente con la palla rotolata in porta, non avendo a disposizione sofisticati replay e Sky Cam ci si deve affidare agli occhi esperti che ci circondano per poter ricostruire l'esatto svolgersi dell'azione. Come un novello Fantozzi è capitato di chiedere: “Chi ha fatto palo?” Fortunatamente nessuno ha mai risposto con “McKinley!” o con un pugno...

Ma sulle tribune ho potuto anche assistere anche a scene da Libro Cuore. Quella che più mi ha colpito è stata la commozione di un arzillo ottantenne: suo figlio, allenatore, aveva appena vinto una partita importante...

I GIOCATORI
Anche in questo caso la fauna è varia. Si passa dal giovanotto di belle speranze dal passo agile all'esperto che è in grado di gestirsi per non morire dopo dieci minuti di fuochi artificiali... Ho visto ammirevoli esemplari dal fisico decisamente poco atletico esibirsi in tocchi raffinati e dare fino all'ultima goccia di sudore nonostante le movenze in “modalità moviola”. Come in tutti i campi della vita ci sono i vari tipi umani: il protestone, il furbo, il generoso e il “brombol”. Per policy aziendale non ho volutamente mai massacrato nessuno, neanche se causava due rigori, veniva espulso oppure spediva la palla sulla Luna dopo essersi trovato da solo a due centimetri dalla linea di porta. Nefandezze se ne vedono da difensori che prendono lauti stipendi per cui in Terza Categoria #Solocosebelle e #Ironia

GLI ARBITRI
I più vituperati eppure i più necessari. Giocano anche loro la loro gara, senza giudici di porta e senza assistenti. Ho sempre pensato siano appassionati ed eroici. Chi glielo fa fare di affrontare un'arena nella quale saranno il capro espiatorio di qualsiasi cosa? Un grande amore per il gioco. Alcuni flash:
  • Anche l'arbitro alle prime armi sente la pressione dell'esordio. Provate voi ad andare a chiedere la distinta pre partita nel suo spogliatoio e capirete... (Non so se fosse più divertente sto fatto o il dirigente di casa che con sguardo di terrore ti dice “Ah nol me vardi giornalista! Ghe assicuro che non so sta mi!”)
  • In un inverno piovosissimo può capitare di giocare in un terreno impraticabile. Ma fare la prova di rimbalzo della palla all'80 con il risultato sul 3-0 e con l'idea di sospendere la partita non è il massimo per garantire la propria incolumità

Come in tutti i campionati e in tutti gli sport questo è il periodo di gioia per le promozioni e di tristezza in caso di annata sfortunata, ma anche noi umili cronisti di provincia siamo pronti a ritornare in pista per raccontare le gesta di questi nobili praticanti dell'arte pedatoria. Ecco alcune cronache:



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