Armelie Bernardi è una ex poliziotta che, dopo la carriera istituzionale, ha deciso di
aprire un'agenzia investigativa con Giorgio Romani, ex manager che dirige anche
una onlus che si occupa di sostegno a ragazze madri. I due sono i protagonisti
de “La nera verità” (Giovane Holden Edizioni), il terzo romanzo giallo, dopo
“Controcampo” e “A morte piacendo”, della serie poliziesca creata dal
pordenonese Giorgio Ronco e del cui seguito, "Skyping" ho già parlato qui
Armelie e Giorgio sono legati da un passato comune e in chiaroscuro, oggetto dei romanzi precedenti. Un complicato rapporto che oltre che essere lavorativo diventa anche sentimentale. La coppia segue due casi che accadono sulle rive del Noncello. Il brutale omicidio della giovane somala Juba Al Fahzed e quello, sempre cruento, del mercante d'arte Nicola Mursini specializzato in compravendita di opere dell'Avanguardia Russa. Come in un gioco di matrioske i casi si intersecano e sovrappongono coinvolgendo i protagonisti anche dal lato personale. Pordenone diventa centro di interesse mediatico, in maniera quasi morbosa. Si mescolano malaffare, doppia morale, interessi politici ed economici, fino allo svelamento finale che farà riflettere il lettore su quale sia la vera giustizia e la vera (o nera) verità. Un giallo ben articolato che mischia influenze locali ed esperienze vissute a suggestioni più internazionali e televisive (impossibile, ad esempio, non pensare almeno per qualche secondo alla serie “Dexter”). Il risultato è gradevole e ben congegnato
Armelie e Giorgio sono legati da un passato comune e in chiaroscuro, oggetto dei romanzi precedenti. Un complicato rapporto che oltre che essere lavorativo diventa anche sentimentale. La coppia segue due casi che accadono sulle rive del Noncello. Il brutale omicidio della giovane somala Juba Al Fahzed e quello, sempre cruento, del mercante d'arte Nicola Mursini specializzato in compravendita di opere dell'Avanguardia Russa. Come in un gioco di matrioske i casi si intersecano e sovrappongono coinvolgendo i protagonisti anche dal lato personale. Pordenone diventa centro di interesse mediatico, in maniera quasi morbosa. Si mescolano malaffare, doppia morale, interessi politici ed economici, fino allo svelamento finale che farà riflettere il lettore su quale sia la vera giustizia e la vera (o nera) verità. Un giallo ben articolato che mischia influenze locali ed esperienze vissute a suggestioni più internazionali e televisive (impossibile, ad esempio, non pensare almeno per qualche secondo alla serie “Dexter”). Il risultato è gradevole e ben congegnato
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