E' il periodo che precede le festività natalizie e il pordenonese è immerso in una densa ed inusuale nebbia. Armelie Bernardi rientra in servizio nei ranghi della polizia cittadina come capo dell'Anticrimine e subito si trova di fronte ad un bruttissimo caso. Michela ed Anna Terriani, madre e figlia, vengono assassinate nel giro di poche ore una dall'altra nelle loro abitazioni con lo stesso modus operandi: strangolate con un cordino. E per Armelie non è per niente facile: Anna era una sua ex compagna di liceo e la casa dei Terriani un luogo conosciuto e frequentato fin dall'adolescenza. Prende le mosse da questo duplice omicidio “Skyping” (Giovane Holden Edizioni) quarto romanzo del pordenonese Giorgio Ronco che continua la saga di Armelie e del suo collega-pigmalione Giorgio Romani. La tenace Armelie, per risolvere l'enigma dovrà riaprire un vecchio caso insoluto: quello che riguardava la scomparsa di Guido Terriani, marito e padre delle due donne assassinate. In un intreccio vorticoso farà la conoscenza col giallista di successo ed editore Gianni Goiro, amico e consulente di Terriani che aveva l'hobby di scrivere romanzi gialli, a quanto sembra, parecchio sconclusionati. Nel (torbido) mondo editoriale si può uccidere per un'idea che rende un romanzo un campione di vendite e porta il suo autore a livello di star acclamate a livello nazionale? A far da guida ad Armelie in questo nebbioso orizzonte il solito Giorgio Romani, rifugiatosi in Madagascar per sfuggire alla giustizia e a minacce di morte. Per confrontarsi useranno lunghe chiacchierate online su Skype, mezzo decisivo per incastrare anche gli efferati criminali che popolano il romanzo.
La trama pensata da Ronco è avvincente e cattura il lettore. I personaggi, invece, nonostante Armelie abbia una personalità complessa e un vissuto anche sentimentale che potrebbe essere interessante, scorrono un po' piatti nelle varie pagine e potrebbero essere motivo di ulteriore indagine, per renderli più saporiti e sfaccettati
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