Questa recensione presenta alcune particolarità. Innanzitutto non è quella canonica di un romanzo, ma presenta un libro-inchiesta giornalistico su un tema, purtroppo di grandissima attualità come quello della gestione delle risorse idriche. Lo fa in maniera documentata, ma non asettica portandoci nel cuore del problema. Per questo un "brava" (e qui sta la seconda particolarità) va alla mia ex compagna di classe Elisa Cozzarini.L'energia idroelettrica è sempre stata considerata ecosostenibile. Ma è davvero così? La giornalista pordenonese Elisa Cozzarini si occupa da molti anni di tematiche legate all'ambiente e ai corsi d'acqua. Il suo più recente campo d'indagine è stato il Piave, del quale ha raccontato evoluzione e storie, realizzando un documentario ("La Piave. Racconto di un fiume") e un libro ("Acqua guerriera. Vite controcorrente sul Piave). Nel proseguire la sua esplorazione ha allargato il suo sguardo percorrendo con passione e sensibilità i sentieri alpini dalla Valle D'Aosta al Friuli. Un viaggio lungo un anno che ha costeggiato le rive di oltre 50 gemme: gli ultimi torrenti alpini che scorrono ancora liberi ed incontaminati. Il risultato è stato il libro-inchiesta “Radici liquide” (Nuovadimensione), presentato in anteprima il 26 Aprile al Trento Film Festival. “Radici liquide” è contemporaneamente un grido d'allarme e un canto d'amore per i torrenti alpini in via d'estinzione, imbrigliati in tubature già ad alta quota, vicino alle sorgenti, e pronti ad essere sfruttati in nome di un'energia “pulita” (il cosiddetto mini-idroelettrico) che, nelle intenzioni dovrebbe far bene all'ambiente. Fino ad una quindicina di anni fa impianti di questo genere non esistevano perchè erano semplicemente antieconomici: i torrenti, infatti, sono ribelli per natura e non garantiscono quasi mai le condizioni ideali per far muovere a dovere le turbine. Ma gli incentivi statali per le energie rinnovabili li hanno resi improvvisamente appetibili e hanno scatenato una corsa per accaparrarsi sempre nuove concessioni di sfruttamento. “Radici liquide” non ci racconta solo il problema sciorinando aride cifre. Il suo pregio più grande è quello di portarci a conoscere le storie di tutte quelle persone che vivono e curano da sempre questi corsi d'acqua, affrontandone i problemi, ma anche esaltandone le caratteristiche uniche. Uomini e donne a volte molto diversi tra di loro, con tante storie ed esperienze da raccontare e tramandare. Un manipolo di persone appassionate e battagliere che combattono caparbiamente la loro lotta per difendere quelle che sono le loro radici (liquide) e per permettere a tutti di poterne godere al di là delle logiche di profitto
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