lunedì 8 settembre 2014

Daniele Sinosich; quando un pallavolista si confronta con l'Ironman

Ironman 70.3 non è una nuova emittente radiofonica. Non è un peso forma e neanche un record mondiale di qualche specialità di lancio. E' semplicemente il conteggio, in miglia, di una sfida che si dipana tra acqua e strada. In chilometri fanno 1,9 di nuoto, 90.1 in bici e 21.1 di corsa. Per un totale di 113. Una sfida con gli altri, ma soprattutto con se stessi. Una sfida accettata da Daniele Sinosich, che all'alba dei 42 anni, dopo una vita passata sui parquet pallavolistici (anche quest'anno sarà in panchina con la Vis et Virtus Roveredo in serie D Femminile, dopo la promozione della scorsa stagione), ha deciso di mettersi alla prova in questa affascinante disciplina. Location per il suo debutto l'affascinante Budapest.
Daniele a 42 anni una vita passata nello sport. Prima calciatore, poi giocatore ed infine allenatore di pallavolo. Da cosa nasce qest'idea di cimentarsi com l'Ironman?

Nasce da 12 anni di corsa. Parte come un piccolo hobby distensivo: metti la musica nelle orecchie e via. Poi pian pianino il virus entra in circolo e diventa una droga. Inizi a porti degli obiettivi. Prima ti prepari per la mezza maratona, poi vorresti correrne una intera. Avendo iniziato a correre verso i trentanni la mia meccanica di corsa non perfetta, unita ad anni di sport agonistico, aveva creato qualche scompenso a livello lombare. Mi hanno consigliato di diminuire il volume di corsa e provare con la bicicletta. Ho provato ad unire le due cose in una piccola manifestazione locale (La Ciclomarcia di Roveredo) e mi si è aperto un mondo. E visto che non lo avevo mai fatto ho iniziato un corso di nuoto...

La preparazione ad una gara del genere non si improvvisa? Chi ti ha aiutato, come si è svolta ?

Per il mio debutto volevo qualcosa di motivante. Tra le varie location ho scelto Budapest, che come città, mi incuriosiva. A Gennaio mi sono iscritto, anche se non avevo idea se sarei riuscito a portare a termine l'impresa. Ma già il pagamento era uno stimolo, un rendersi conto di aver fatto il primo passo. Le distanze le avevo, si trattava solo di combinarle assieme con un piano di allenamento adeguato. Mi sono affidato ad un bravo preparatore pugliese che mi ha preparato le tabelle quotidiane. E poi ho iniziato a curare in maniera particolare tutti gli aspetti, in particolar modo la nutrizione. Avere una dieta adeguata e saperla integrare correttamente ti da una marcia in più. Il mio punto debole, come ti ho detto prima, era il nuoto e mi ci sono buttato a capofitto. Ho la precisa sensazione di quando ho capito che potevo farcela. La prima volta che ho provato la muta, sul lago di Barcis, mi sono reso conto che ti aiuta a stare a galla e mi sono rilassato.
La mia routine settimanale era di 6 allenamenti. Ho imparato anche l'importanza di nutrirmi in gara, aspetto da non sottovalutare

Il momento più difficile? A cosa si pensa durante uno sforzo simile ?

L'ansia prima della partenza è importante, ma poi, entrato in acqua, mi sono sentito bene e mi ha confortato il fatto che non ero ultimo. Non vedevo solo i piedi degli altri concorrenti, ma riuscivo addirittura a sorpassarli. Questo mi ha dato grande fiducia.

Fare più di 100 Km è un grande sforzo fisico ma, immagino, anche mentale...

In effetti la cosa un po' mi spaventava, anche perchè in allenamento ero abituato a fare tutto con la musica... Poi in gara nella frazione di nuoto mi sono essenzialmente concentrato sul sopravvivere nella "tonnara" iniziale, dove rischi di prendere qualche colpo indesiderato a causa della ressa, e poi sulla tecnica.
La frazione di ciclismo è stata quella che mi sono goduto di più. Ho pensato solo ad immergermi nella città...

A tal proposito: come ha vissuto la città questo evento? Budapest è stata una parte attiva e viva della manifestazione o solo uno sfondo?

Come dicevo prima, io me la sono goduta. Non avevo pressioni di tempo come i protagonisti e perciò l'ho visitata nei giorni antecedenti alla gara. Chiaramente non ho potuto fare maratone turistiche, perchè avrebbero inficiato la mia performance, ma ho cercato di respirarne la vita quotidiana. Gli ungheresi non sono "caldi" durante la gara come, ad esempio, gli austriaci. Ma ho trovato persone cortesi. Mi ha stupito particolarmente il fatto che nei locali quasi tutti si adoperassero per parlare anche in Italiano. Budapest, in generale è una città pulita e non caotica, che merita una visita.

Com'è stato entrare nel mondo del triathlon e confrontarsi con atleti che lo praticano da molto tempo? Considerando che è uno sport prettamente individuale si riesce a fare gruppo o è completamente diverso dagli sport di squadra? Io ho negli occhi l'esempio dei decatleti che alla fine delle loro gare riescono a riunirsi grazie alla condivisione delle loro fatiche. Succede così anche nel triathlon?

Già dal primo giorno ci si ritrova tutti assieme e ci si conosce. Uno dei passaggi fondamentali è quello della sistemazione dell'attrezzatura nelle zone di cambio. Mi ha stupito particolarmente il fatto che ci sia grande disponibilità, anche da parte dei professionisti. Non ci sono segreti e c'è collaborazione e condivisione. I più esperti consigliano i neofiti. Poi c'è un' altra particolarità: un principiante in un altro sport non esordirà mai fianco a fianco ad un giocatore di Serie A. Nell'Ironman capita proprio questo. Si parte tutti assieme e si gareggia come un sol gruppo. E stare fianco a fianco e vedere i più forti è sempre bello

Come ritorni in palestra per la stagione indoor, dopo quest'esperienza in solitario ?

Ritorno carico ed entusiasta. Cercherò di riportare e trasmettere soprattutto le emozioni e la passione. Voglio rendere partecipi le mie atlete di quello che ho vissuto e far loro capire che costanza, passione e un modo di vita sano e consapevole sono fondamentali per qualsiasi sport.

Prossimi programmi ?

Farò il Triathlon di Grado (si è disputato, ieri, il 7 Settembre). La distanza è quella olimpica quindi breve e con più sprint. Io devo ancora smaltire i carichi e le tossine di Budapest, oltre ad aver fatto una preparazione basata più sulla resistenza che sulla velocità. Ma l'occasione di avere una bella gara vicina a casa va colta. Poi sto già guardandomi intorno per prossime avventure estive all'estero. In pole position ci sono Ironman in Spagna, Austria o Polonia. A breve deciderò dove orientarmi

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