Il lettore viene catapultato in Russia, al seguito dei due futuri genitori e, pagina dopo pagina, palpita con loro nella speranza che il tribunale preposto a decidere l’adottabilità di Laura decreti con una sentenza il suo definitivo affidamento a Monica e al marito Viviano. Un viaggio fisico, quello tra tra orfanotrofi, uffici e tribunali, che diventa anche un percorso di conoscenza e che vedrà delle persone estranee diventare, dopo le ovvie e prevedibili difficoltà, una famiglia.
Veniamo così a conoscenza dei meccanismi che regolano le adozioni internazionali: le associazioni che facilitano la procedura, i molti soldi necessari, le speranze, talvolta deluse, di aspiranti genitori che vedono all’ultimo vanificati i loro sforzi.
Il libro è soprattutto una riflessione sulla genitorialità. Si è genitori solo generando un figlio oppure anche “semplicemente” amando e crescendo una creatura che ci è stata affidata? “Il futuro che verrà” non pretende di dare risposte certe, ma porta alla luce un’esperienza vissuta sulla propria pelle. E può essere d’ausilio a chi voglia intraprendere la medesima esperienza sia dal lato emotivo, presentando le insicurezze e i dubbi che assalgono chi si accinge ad intraprendere questo tipo di percorso, ma anche fornendo un vademecum pratico che può rassicurare tutti coloro che desiderano adottare un figlio
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