Pierre Lemaitre ha iniziato la propria carriera letteraria come acclamato autore di
polar, termine francese che unisce i generi poliziesco e noir, creando un
personaggio di successo come il commissario Camille Verhoeven. Ma il genere gli
è venuto a noia perchè “se leggete Conan Doyle o Agatha Christie il meccanismo
narrativo stuzzica l'intelligenza non l'emozione. A voi emoziona Hercule
Poirot?”. Per questa ragione ha deciso di virare sul romanzo storico e di
mettere in cantiere una trilogia denominata “Tra le due guerre”. Il primo
capitolo (“Ci rivediamo lassù”) è stato un grosso successo sia di pubblico che
di critica che gli è valso il “Premio Goncourt” nel 2013 e oltre un milione di
copie vendute in tutto il mondo. Il sequel “I colori
dell'incendio” (Mondadori), è un romanzo che parte subito con una scena forte:
durante il funerale del potente banchiere Marcel Pericourt suo nipote Paul di 7
anni si lancia dal balcone e atterra sulla tomba del nonno, rimanendo
paralizzato “I lettori moderni sono sempre più affannati e pressati, per cui
concedono agli autori poche pagine per decidere se proseguire o meno nella
lettura. Questo probabilmente deriva dall'evoluzione di cinema, tv e social che
fanno andare tutto ad un ritmo più veloce. Noi ci dobbiamo adattare e dobbiamo
costruire emozioni forti per spingere il lettore a continuare” La storia è
ambientata negli anni che vanno dal '27 al '29 e mette al centro dell'azione la
figlia di Pericourt, Madeleine, che pur ereditando la fortuna paterna cade
rapidamente in disgrazia anche a causa dei primi segni di quella che sarà la
Grande Depressione.
mercoledì 30 aprile 2025
martedì 29 aprile 2025
A dispetto della dittatura fascista - Gian Luigi Bettoli
Gian Luigi Bettoli, presidente di Legacoopsociali del Friuli Venezia Giulia e
storico, si occupa da anni di indagare le dinamiche che hanno portato a formare
il movimento operaio nella nostra regione oltre alle esperienze di cooperazione
sociale che ne sono scaturite. Non fa eccezione il suo ultimo lavoro “A
dispetto della dittatura fascista” (Olmis) che costituisce una sorta di
trilogia con i precedenti “Una terra amara” e “Il volto nascosto dello
sviluppo”. Il sottotitolo dell' opera (“La lunga resistenza di un movimento
operaio di frontiera: il Friuli dal primo al secondo dopoguerra) chiarisce
meglio qual è l'orizzonte di ricerca di Bettoli che si avvale di due padri
nobili: Teresina Degan, che già dagli anni '50 indagò, essendone testimone
diretta, il movimento operaio novecentesco pordenonese, con speciale attenzione
per il settore tessile e il Prof. Roberto Barraco che nel '73 pubblicò uno
studio pionieristico sul socialismo pordenonese negli anni Venti titolato “La
roccaforte del socialismo”.Cosa
aggiunge, quindi, questa nuova opera di Bettoli a quanto già precedentemente
pubblicato? Innanzitutto
una gran mole di materiale d'archivio ma, soprattutto, un piccolo microcosmo di
storie e vite personali, con dovizia di particolari e testimonianze, che
rendono ancora più vivo il quadro e che ci permettono con una locuzione al dire
il vero ogni tanto abusata, di ricostruire la grande storia (con la S
maiuscola, composta da vicende che hanno fatto epoca) attraverso un reticolo di
piccole storie personali, indispensabili per comporre il mosaico generale.
lunedì 28 aprile 2025
Intrecci del tempo presente - Pier Giorgio Gri
Scorrono impetuosi come l'Arzino gli “Intrecci del tempo presente” di Pier Giorgio Gri (Forum editrice) che proprio nella valle creata da questo fiume sono ambientati. Conosciamo così la storia della famiglia di Paulin e dei suoi figli Marianna e Angelo che alla vigilia della prima guerra mondiale viene colpita dalla scomparsa traumatica di Bice, moglie di Paulin che, fiaccata dalla pellagra e dal mal di vivere, decide di abbandonare questo mondo immergendosi per sempre nelle acque del fiume. Si fanno avanti le guerre mondiali e anche da questo pezzo sperduto del Friuli c'è chi diventerà eroe e chi scomparirà in un conflitto senza senso. Dopo le guerre la ripresa e di nuovo la caduta a causa dell' "Orcolat", il terremoto che ha squassato il Friuli nel 1976. E poi via veloci attraverso i decenni, fino ai giorni d'oggi nei quali al primitivo affetto per la natura si mischia l'arrivo inesorabile della modernità e delle nuove tecnologie.
sabato 26 aprile 2025
I segreti del Tagliamento - Cristina Noacco
Alba è
una viaggiatrice controcorrente. Non in modo figurato, ma letteralmente. Armata
della propria bicicletta blu e argento ha deciso di percorrere a ritroso il
tragitto del Fiume Padre, il Tagliamento, dalla foce vicino alla chiesa di
Santa Maria del Mare a Bevazzana fino alla sorgente situata sul Passo della
Mauria. Alba è la protagonista de “I segreti del Tagliamento – Ritorno alla
sorgente” di Cristina Noacco, edito da Ediciclo. L'autrice, docente di
letteratura francese medievale all'Università di Tolosa, condivide con la sua
alter ego la passione per i cammini in bicicletta o a piedi. Alba decide di
risalire lungo il percorso del Tagliamento per riprendere contatto con le
proprie radici e con la propria terra. Il tutto con un ritmo lento che si
contrappone alle frenesie cittadine.
venerdì 25 aprile 2025
La banda degli spiriti Sgagi - La tana dei Draghi - Franco Zerio
Ma tu recensisci solo libri che ti piacciono? Non sempre... Solo che, sapendo quanta passione e dedizione spesso ci si mette a scrivere un libro mi dispiace essere troppo duro. Però in questo caso è stato un pelo più complicato del solito trattenersi dalla stroncatura e trovare comunque qualcosa di buono... Può un fantasy convivere con un'indagine degna di un classico romanzo giallo? Ne è
convinto il pordenonese di origine argentina Franco Zerio che con “La Tana dei
Draghi” (Albatros – Il Filo) propone il secondo volume dedicato alla sua “Banda
degli Spiriti Sgagi”. Chi sono questi Spiriti Sgagi? Sono delle entità aliene
che scese sulla Terra prendono la forma di qualsiasi essere vivente desiderino.
giovedì 24 aprile 2025
I topi del cimitero - Carlo H. De Medici
Sembra
impossibile ma anche al giorno d'oggi è possibile imbattersi in casi letterari
avvolti da un'ombra di mistero. E visto che il “caso” in questione è anche un
raffinato scrittore di racconti gotici che mischiano elementi alchemici e
sovrannaturali, l'intrigo assume contorni ancora più interessanti. Stiamo
parlando di Carlo Hakim De' Medici, che negli anni Venti dello scorso secolo
pubblicò diverse raccolte di racconti. Suo padre era un ricco banchiere ebreo
parigino, che nel 1899 con regio decreto fu autorizzato ad utilizzare anche il
cognome De' Medici, mentre il nonno era stato amministratore della
sinagoga Eliyahu Hanavi di Alessandria D'Egitto. Non è ancora chiaro cosa abbia
portato la famiglia a trasferirsi prima dall'Egitto alla Francia ma,
soprattutto, dalla capitale francese ad un piccolo paesotto ai margini
dell'impero Austro Ungarico come Gradisca D'Isonzo. In ogni caso nella
cittadina goriziana si trova ancora la villa della famiglia De' Medici e qui il
trentacinquenne Carlo iniziò la stesura de “I topi del cimitero” raccolta di
racconti che venne pubblicata nel 1924 dall'editore Bottega d'arte di Trieste e
che ora viene riproposta in un'edizione che contiene anche le illustrazioni
originali dell'autore, da Cliquot Edizioni.
martedì 22 aprile 2025
L' apprendista - Gian Mario Villalta
“Vedrai
che se viene il clima globale che dicono, le messe le fanno via Internet, così
ognuno sta a casa sua, sui ventuno gradi fissi”. Questa frase, sussurrata da Tilio al suo amico Fredi, i due protagonisti de
“L'apprendista”, romanzo di Gian Mario Villalta uscito per SEM., fu drammaticamente
di attualità mettendo al posto del termine “clima globale” la parola “virus”, visto che il romanzo uscì nel 2020 a ridosso dell'epidemia di Covid. Il
pasianese Villalta è un volto noto della cultura pordenonese. Curatore e
direttore artistico del festival Pordenonelegge, affianca alla sua attività di
insegnante quella di saggista, poeta e anche narratore. Influenzato dall'opera
poetica di Andrea Zanzotto (ha anche contribuito alla realizzazione del
“Meridiano” dedicato al grande poeta di Pieve di Soligo) ama raccontare in modo
intimo e raccolto un Nord Est che pur spinto verso la modernità mantiene ancora
tradizioni e sentimenti tipici di una terra contadina. Questo mondo era già
stato esplorato nel precedente “Bestie da latte” e ora “L'apprendista” in
qualche modo lo completa.
venerdì 18 aprile 2025
Perchè dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio - Katherine Rundell + Intervista a Chaiara Carminati
Il primo romanzo intero che
io ricordi di aver letto è stato “Il giro del mondo in 80 giorni” di Jules
Verne. Ricordo ancora, distintamente, l’odore di quel libro e la meraviglia di
immergersi in quella storia fantastica. A quella prima incursione ne seguirono
tante altre: “20.000 leghe sotto i mari”, “Michele Strogoff”, “Viaggio al
centro della Terra”, ma anche l’umorismo di Vamba e del suo “Giornalino di Gian
Burrasca” piuttosto che i “Tre Uomini in Barca” di Jerome Klapka Jerome. E da
allora non ho più smesso di tuffarmi appassionatamente tra le pagine di chi mi
raccontava una bella storia. Durante la recente Fiera del Libro per ragazzi,
tenutasi a Bologna, Rizzoli ha ripubblicato il saggio della pluripremiata
scrittrice inglese Katherine Rundell “Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei
vecchio e saggio”, un elogio della letteratura per ragazzi ai quali sono stati
aggiunti, nella versione italiana gli interventi di scrittori e librai
specializzati. Tra questi si distingue quello dell’udinese Chiara Carminati che
in settimana ha vinto il premio Campiello Junior con “Nella tua pelle”
(Bompiani). Per la Rundell i libri per ragazzi non sono un nascondiglio ma un
posto nel quale cercare, a qualsiasi età, risposte alle domande fondamentali.
In più ci aiutano a ritrovare dentro di noi ciò che magari avevamo
semplicemente perso. E lo fanno tramite eroi, archetipi, immaginazione. Ed è
sbagliato fare come Martin Amis che considera la letteratura per ragazzi un
regredire perché tramite l’immaginazione possiamo darci coraggio e resistere
agli urti della vita. Senza per questo vagheggiare del tempo mitico dell’infanzia
e godendoci la vita da adulti.
lunedì 14 aprile 2025
L'ascensore - Daniele Bergesio
Oggi racconto con piacere una delle incursioni nel mondo dell'editoria per l'infanzia da parte di Daniele Bergesio.
Il quarantaseienne scrittore pordenonese, giornalista e social media manager per la
EDT, casa editrice che tra le altre cose pubblica anche le guide Lonely Planet,
si trova particolarmente a proprio agio nel raccontare le storie ai lettori più
piccoli come dimostrato dai successi ottenuti dalle “Favole Turbo” del 2016,
piccole fiabe raccontate in 140 caratteri e frutto di un esperimento nato su
Twitter, ma anche di “Una partita in ballo”, libro illustrato che raccontava la
storia di un bambino mingherlino, Tito, grandissimo ballerino con il sogno di
diventare un giocatore di rugby e premiato anche dall'Istituto Italiano di
cultura a Strasburgo per la sua capacità di combattere gli stereotipi di
genere.
Bergesio nel 2019 ha pubblicato per Verba Volant “L'ascensore” che si avvale delle poetiche e delicate tavole dell'illustratrice ucraina Olha Muzychenko. Il volume ha un formato molto particolare e si sviluppa in verticale con pagine di diversa misura per simulare, appunto, il percorso compiuto in ascensore dalla piccola Iris nella casa di famiglia.
Bergesio nel 2019 ha pubblicato per Verba Volant “L'ascensore” che si avvale delle poetiche e delicate tavole dell'illustratrice ucraina Olha Muzychenko. Il volume ha un formato molto particolare e si sviluppa in verticale con pagine di diversa misura per simulare, appunto, il percorso compiuto in ascensore dalla piccola Iris nella casa di famiglia.
sabato 12 aprile 2025
Il talento degli scomparsi - Claudio Bisio
Già dalle prime
pagine de “Il talento degli scomparsi” (Feltrinelli), prima prova letteraria di
Claudio Bisio è chiarissima una cosa: il romanzo è scritto con lo stesso ritmo
e gli stessi giochi di parole che Bisio usa quando è su un palco o recita. Per
cui è quasi naturale che la sua voce risuoni nella nostra testa quando
leggiamo. In più uno dei personaggi principali sembra perfettamente ricalcare
la sua parabola esistenziale: Marco Moschini è un attore che ha conosciuto
grande popolarità, recitando addirittura in un film che ha vinto l’Oscar, ma
adesso arranca perché gli propongono ruoli che lui ritiene da anziano. Moschini
ha avuto esperienze teatrali col Piccolo Teatro di Strehler e si capisce come
ami la sua città, Milano, descritta nei minimi particolari con occhio
affettuoso, nonostante per lavoro stia spesso a Roma. Nonostante le
somiglianze, lo stesso Bisio nell’epilogo ci dice che tra i due personaggi
principali del libro lui si senta più Mirko. Mirko Mazzotta è un ragazzo
pugliese senza particolari qualità che nutre un’ossessione: vuole raggiungere a
qualsiasi costo la notorietà anche se, per ovvi ed evidenti limiti, non ha idea
di cosa potrebbe fare per raggiungerla.
Queste due esistenze parallele ad un certo punto si sfiorano e si incrociano, anche perché sono accomunate dallo stesso agente, il faccendiere Nando. E mentre uno vuol trovare a tutti i costi il suo posto nel mondo, l’altro in qualche modo vorrebbe eclissarsi, come già fanno diversi suoi amici.
Queste due esistenze parallele ad un certo punto si sfiorano e si incrociano, anche perché sono accomunate dallo stesso agente, il faccendiere Nando. E mentre uno vuol trovare a tutti i costi il suo posto nel mondo, l’altro in qualche modo vorrebbe eclissarsi, come già fanno diversi suoi amici.
mercoledì 9 aprile 2025
Donne in bicicletta - Antonella Stelitano
La bicicletta ha davvero contribuito a cambiare i costumi e a favorire
l'emancipazione femminile? A porsi la domanda è Antonella Stelitano,
giornalista trevigiana molto attiva nel mondo sportivo. Membro della Società
Italiana Storia dello Sport e del Comitato Fair Play, è anche stella di bronzo
al merito sportivo del CONI. Stelitano ha dato alle stampe per Ediciclo
“Donne in bicicletta – Una finestra sulla storia del ciclismo femminile in
Italia” che è una piacevole e documentatissima ricognizione sull'evoluzione del
ciclismo in rosa dagli albori ai giorni nostri, capace anche di conquistare il Premio Bancarella Sport. Una lettura che unisce
l'evoluzione del costume alla parte agonistica, riportando le storie, tramite
interviste o i ricordi, delle protagoniste. Un valore aggiunto è quello che a
scrivere sia (“Finalmente!” verrebbe da dire) una donna completando una visione
che in genere è parecchio “maschiocentrica”, se si accettuano alcune lodevoli
eccezioni come Anna Maria Ortese che però per svolgere il suo reportage sul
Giro d'Italia del '55 fu costretta a camuffarsi da uomo perchè l'evento era
vietato alle donne...
mercoledì 2 aprile 2025
Toni Capuozzo - Balcania
Parlare di Toni Capuozzo e del suo "Balcania" (Edizioni Biblioteca dell’Immagine), in un momento storico come questo non è facile perchè invariabilmente, pur partendo dalla guerra che ha visto dissolversi la Jugoslavia, si finisce per parlare anche dell'invasione russa in Ucraina. Personalmente non sempre sono d'accordo con la posizione di Capuozzo in merito e per capire il libro e l'uomo ho preferito fare un'intervista piuttosto che una recensione. Chi legge deve tenere conto che è stata realizzata durante i primissimi mesi del conflitto e alla fine è risultata una chiacchierata sul mestiere del reporter di guerra. E' il modo di Capuozzo di intendere la professione, non l'unico. "Balcania" è un libro sui ricordi di Capuozzo, che per dieci anni
ha seguito da inviato per la televisione i conflitti della ex Jugoslavia.
Mentre il libro era in fase di scrittura è scoppiato il conflitto russo ucraino “E mi son chiesto – racconta Capuozzo – se fosse superato raccontare una guerra
accaduta trent’anni prima o potesse aiutare a capire meglio il presente. E la
risposta che mi son dato è stata affermativa. Son due conflitti che avvengono
nel mondo slavo,che ha un culto quasi ossessivo della memoria. Il passato per
loro è molto più ingombrante di quanto non lo sia per noi. Questo spiega perché
certe guerre sembrino scoppiare all’improvviso, ma in realtà abbiano tempi di
incubazione molto lunghi e dei processi di guarigione altrettanto complessi.
Questo conflitto lascerà strascichi per anni. A differenza di quanto è successo
da noi dopo la seconda guerra mondiale. Già negli anni ‘50 ospitavamo i
tedeschi a Lignano piuttosto che a Bibione in ferie senza problemi. Nei Balcani
l’odio viene consegnato come patrimonio (negativo) alle generazioni successive”
martedì 1 aprile 2025
Oscuramento - Boris Pahor
L’inizio del ‘900 è un periodo decisamente complesso per tutti. In modo particolare se sei un giovane di origine slovena residente a
Trieste. La geopolitica e i rivolgimenti sociali ti fanno sentire straniero,
prima all’interno di un grande impero in disfacimento, quello asburgico, e poi
nella tua città dove non puoi parlare la tua lingua di origine e i tuoi
connazionali vengono perseguitati. Questa è la situazione di Radko Suban,
protagonista di “Oscuramento” romanzo di Boris Pahor, scritto nel 1975 e
recentemente pubblicato, in occasione della giornata del Ricordo da La Nave di
Teseo. L’opera fa parte della cosiddetta trilogia triestina che comprende anche
“Primavera difficile” e “Dentro il labirinto” con la quale Pahor, morto nel 2022 alla veneranda età di 109 anni, ha fatto di Radko Suban il proprio alter ego per raccontare le
vicissitudini sue e del suo popolo all’alba e durante il secondo conflitto
mondiale. Come lo scrittore, Suban, subisce la forzata italizzazione
scolastica, frequenta ed abbandona il seminario, partecipa ai combattimenti
della Seconda Guerra Mondiale in Libia, viene in contatto con l'ambiente della
Resistenza, e infine fa la terribile esperienza di un internamento in diversi
lager tra i quali i famigerati Dachau e Bergen Belsen. “Oscuramento” è
ambientato tra il 38’ e il 45’ e racconta appunto le vicissitudini di Suban, un
personaggio complesso e affascinante.
Iscriviti a:
Post (Atom)