Tutta colpa di un ritrovamento "archeologico" nella casa dei nonni. Da una credenza saltò fuori un insieme di fogli A4 dattiloscritti e tenuti assieme da quattro punti di cucitrice. La copertina di cartone color verde oliva aveva un disegno: uno strillone annunciava che quello era il giornalino di classe della Scuola Media "Bandiera e Moro" di Mestre. Anno di grazia (più o meno) 1963. Il giornalino di classe del barbuto genitore. Dopo averlo letto, una decisione immediata: avrei rotto le scatole all'infinito alla maestra Franca per poter fare il giornalino anche nella rinomata Quarta o Quinta B della Scuola "Edmondo De Amicis" di Borgomeduna. Ovviamente avevo già pronto il ruolo: mega direttore galattico della pubblicazione.... D'altronde scrivere è sempre stata una mia passione e penso sia questo che debba muovere inizialmente chi vuole intraprendere la via giornalistica. Per questo sono stato molto felice (ma anche, lo ammetto, un po' imbarazzato. Il timore di non essere all'altezza è sempre dietro l'angolo..) quando le maestre della Scuola Elementare di Prata mi hanno chiesto di fare un intervento con i ragazzi delle quinte sul mestiere del giornalista.
Nella preparazione dell'incontro tanti interrogativi mi giravano in testa: "Come e cosa racconto a questi ragazzi di 10 anni?" Alla fine ho deciso che la cosa migliore fosse rendere pubblico il mio pensiero di piccolo (e discontinuo) cronista di provincia. Raccontare come la passione sia necessaria, ma lo siano altrettanto la preparazione e la precisione. Come sia difficile, ma anche gratificante, fare un buon lavoro in tempi e spazi ristretti. Come le cazziate e gli "amorevoli consigli" aiutino a crescere e migliorare. Ma, soprattutto, quanto sia necessario tornare ad un giornalismo umano che rispetti il lettore ma anche i protagonisti (volontari ed involontari) delle storie che raccontiamo senza cercare scoop che feriscono. Un giornalismo che lavori seriamente sulle fonti e faccia piazza pulita di bufale e cretinate polemiche da condividere sui Social. Sarebbe una soddisfazione se una parte di questi concetti avesse fatto riflettere questi giovani bimbi. Che non vanno sottovalutati. Perchè hanno idee precise e fanno domande molto meno banali di tanti adulti.
E' stata comunque una soddisfazione vederli lavorare a gruppi, come piccole redazioni. Gli articoli che hanno prodotto (autonomamente e senza grosse imbeccati) sono un bello spaccato di vitalità. I resoconti sportivi non sono stati banali: l'eroico campione locale che batte, da solo, l'intero squadrone olandese di kickboxing. Le emozioni di Italia-Scozia, match del 6 nazioni di Rugby. E "I 7 fenomeni" che vanno in trasferta a Barcellona per dare lezione di calcio a Messi, Neymar e soci....
Particolarmente nutrita anche la sezione di cronaca nera: rapine multimilionarie alla LIDL e tegole che colpiscono in testa ignari passanti (maledetta bora!). Le inchieste hanno messo in luce le magagne della scuola Ippolito Nievo: particolarmente grave la situazione della mensa: il cibo sembra "nocivo" a causa dell'eccesso di besciamella mentre la pasta troppo al dente potrebbe causare visite indesiderate dal dentista (cosa avrei dovuto scrivere io trent'anni fa? Pasta e ceci non era il massimo per un nemico giurato dei fagioli!). Sollevazioni popolari sono annunciate per il razionamento del toner e conseguente scarsa possibilità di effettuare fotocopie... Misteriosa la scomparsa dell'astuccio della maestra Lia. Fortunatamente i lettori potranno consolarsi con un'intervista, esclusiva, al marito!
Infine ho scoperto che Prata è stata invasa da una schiera di pelouche assassini!
Che dire? Una bella esperienza con i giornalisti e i lettori di domani. Si spera appassionati e consapevoli
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