Agata è il personaggio principale di “Fiore di roccia” (Longanesi) romanzo della gemonese Ilaria Tuti, che abbandona momentaneamente le storie gialle e la fortunata serie che vede protagonista il commissario di polizia Teresa Battaglia, per raccontarci la storia delle portatrici carniche, fondamentali nel ruolo di supporto attivo alle truppe al fronte, tant’è che a Maria Plozner Mentil, giovane madre uccisa da un cecchino nel 1916, che ne è un po’ il simbolo, venne conferita la medaglia d’oro al valore e vennero intitolate anche delle caserme.
Agata e il suo gruppo di amiche non ha dubbi nel mettersi a disposizione delle truppe. Queste donne sono in grado di domare le montagne camminando sugli scarpetz, le tipiche calzature fatte di stoffa e spago. Sulle loro spalle, all’interno delle gerle, un prezioso e pesante carico: provviste, lettere, ma anche e soprattutto pesanti rifornimenti bellici. Le portatrici sono come la stella alpina, il fiore di roccia, aggrappate con tenacia alla montagna, desiderose di mantenersi in vita e di aiutare gli altri a farlo. Gli altri sono i soldati delle prime linee, che trattano le ragazze come commilitoni, indispensabili per lo sforzo bellico e coraggiose nello svolgimento della loro missione che le mette a contatto con la triste realtà di morte delle trincee e a rischio delle pallottole dei cecchini austriaci . Uno di questi verrà anche colpito e poi curato da Agata perché lontano dal fronte comunque rimane accesa la fiammella dell’umanità.
“Fiore di roccia” è un romanzo che dimostra la grande capacità di scrittura della Tuti e che, a differenza dei tipici racconti di guerra mette in primo piano la figura femminile. Una figura forte, tenace, ma anche istruita e capace di provare forti emozioni. Per certi versi sembra di rivedere, con altre modalità e caratteristiche Teresa Battaglia a conferma del fatto che Ilaria Tuti riesca a mettere sulla carta personaggi e donne potenti ed assolutamente interessanti. Agata e le sue compagne tengono testa, da pari a pari, ai personaggi maschili come il capitano Colman, il dottor Janes, il cecchino Ismar e il perfido figlio dello speziale Francesco. E in un momento di difficoltà comprendono a pieno quale possa essere la loro forza, ma anche la possibilità di un’auspicata emancipazione e la rivendicazione di un ruolo attivo e partecipe nella società.
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