venerdì 15 novembre 2024

Fiore di Roccia - Ilaria Tuti

Agata Primus vive a Timau, in Carnia. La sua vita è circondata da aspre montagne, quelle che dividono la sua esistenza da quella degli austriaci, che nel giugno del 1915 sono semplicemente nemici. Giovane, ma già provata dalla vita, Agata deve fare i conti non solo con la miseria portata dal conflitto, ma anche con una madre morta troppo presto, un padre infermo e in punto di morte e due fratelli scomparsi nel nulla col sospetto di esser “austriacanti” ovvero a favore del gran nemico.

Agata è il personaggio principale di “Fiore di roccia” (Longanesi)  romanzo della gemonese Ilaria Tuti, che abbandona momentaneamente le storie gialle e la fortunata serie che vede protagonista il commissario di polizia Teresa Battaglia, per raccontarci la storia delle portatrici carniche, fondamentali nel ruolo di supporto attivo alle truppe al fronte, tant’è che a Maria Plozner Mentil, giovane madre uccisa da un cecchino nel 1916, che ne è un po’ il simbolo, venne conferita la medaglia d’oro al valore e vennero intitolate anche delle caserme.

Agata e il suo gruppo di amiche non ha dubbi nel mettersi a disposizione delle truppe. Queste donne sono in grado di domare le montagne camminando sugli scarpetz, le tipiche calzature fatte di stoffa e spago. Sulle loro spalle, all’interno delle gerle, un prezioso e pesante carico: provviste, lettere, ma anche e soprattutto pesanti rifornimenti bellici. Le portatrici sono come la stella alpina, il fiore di roccia, aggrappate con tenacia alla montagna, desiderose di mantenersi in vita e di aiutare gli altri a farlo. Gli altri sono i soldati delle prime linee, che trattano le ragazze come commilitoni, indispensabili per lo sforzo bellico e coraggiose nello svolgimento della loro missione che le mette a contatto con la triste realtà di morte delle trincee e a rischio delle pallottole dei cecchini austriaci . Uno di questi verrà anche colpito e poi curato da Agata perché lontano dal fronte comunque rimane accesa la fiammella dell’umanità.

“Fiore di roccia” è un romanzo che dimostra la grande capacità di scrittura della Tuti e che, a differenza dei tipici racconti di guerra mette in primo piano la figura femminile. Una figura forte, tenace, ma anche istruita e capace di provare forti emozioni. Per certi versi sembra di rivedere, con altre modalità e caratteristiche Teresa Battaglia a conferma del fatto che Ilaria Tuti riesca a mettere sulla carta personaggi e donne potenti ed assolutamente interessanti. Agata e le sue compagne tengono testa, da pari a pari, ai personaggi maschili come il capitano Colman, il dottor Janes, il cecchino Ismar e il perfido figlio dello speziale Francesco. E in un momento di difficoltà comprendono a pieno quale possa essere la loro forza, ma anche la possibilità di un’auspicata emancipazione e la rivendicazione di un ruolo attivo e partecipe nella società.

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