lunedì 13 gennaio 2014

Social Network ed Educazione Sportiva

I Social Network sono a pieno titolo entrati nella quotidianità di ognuno di noi. Utili per scambiarsi idee, opinioni, esempi e messaggi velocemente e in maniera, si spera efficace. Le comunicazioni viaggiano veloci e c'è la possibilità di inviare esempi positivi in modo semplice. Una bella innovazione.
Ma quali sono le eventuali controindicazioni per chi li utilizza nell'ambito della propria, piccola o grande, attività sportiva?
Ovviamente non stiamo parlando delle twittate di Balotelli o dei continui cinguettii che ci informano su quanti giri di pista hanno fatto Wanda Nara e Maurito Icardi, operazioni che puntano più al marketing che ad altro.
Stiamo parlando qui dell'efficacia o delle storture che i Social Network possono produrre in una piccola medie società sportiva non professionistica.
I lati positivi, a parer mio, sono molteplici. Messaggi e convocazioni sono facilitati. E' possibile mostrare esempi virtuosi (sia scritti che video) che in precedenza facevamo fatica a presentare. Possiamo creare un senso di appartenenza e di "spogliatoio" coinvolgendo tutta la squadra in discussioni (anche frivole e divertenti, non necessariamente tecniche) e condividere momenti belli e significativi per il gruppo. Possiamo, se necessario intuire meglio gli stati d'animo degli atleti, senza per questo trasformarci in perniciosi stalker. Il rischio è ovviamente quello che ci sia un'overdose di dati e immagini e che le cose importanti rischino di perdersi o sbiadirsi in mezzo al calderone.
Molte società hanno introdotto piccole restrizioni sull'uso dei Social, più che altro per evitare malintesi e incomprensioni tra i propri tesserati.
Quello che a me ha colpito e in negativo, nel piccolo mondo pallavolistico che è quello che per forza di cose seguo quotidianamente, è l'incattivimento generale da parte degli addetti ai lavori.
Un giovane coach alle prese coi Social Network
Mi capita di leggere giornalmente badilate di astio scaricate pubblicamente su allenatori, atlete e dirigenti avversari. Per non essere ipocriti bisogna precisare che queste cose sono sempre accadute e sempre accadranno. Solo che fino a poco tempo fa rimanevano rinchiuse nel segreto dello spogliatoio o del bar sport.
Adesso invece la regola è quella di reputare pubblicamente incapace un tal allenatore o una merda l'altro giocatore. Una brutta deriva che comprende anche adulti in polemica su Facebook con adolescenti. Penso sia normale essere ambiziosi e agonisti e talvolta l'entusiasmo porta a ritenere che il proprio modo di lavorare sia il migliore, però per montare sul pulpito e predicare forse prima bisognerebbe dimostrare qualcosa. Fatto salvo che l'educazione e il rispetto rimangono sempre prioritari rispetto a qualsiasi altro argomento, anche se hai vinto 12 Mondiali....
Raccolgo l'opinione di un misconosciuto maitre à penser: "Vorrei condividere certi post con quelli che dicono che i calciatori e il mondo del calcio è antisportivo mentre quelli della pallavolo sono carini come un agnello prima di pasqua...ci rendiamo conto che mancano solo i coltelli e gli scooteroni in palestra e dopo siamo allo stesso punto"
Questa è un'iperbolica esagerazione, ma fare un po' più di attenzione non guasterebbe. Che ne dite se torniamo in palestra a formare giocatori e ad emozionarci ?

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