Ascoltare
storie è stata sempre una mia passione. Fin da piccolo passavo ore e
ore tra i raccconti. Poco importa se fossero quelli registrati ne “I
raccontastorie”, quelli scritti in libri e fumetti oppure quelli
disegnati e filmati che passavano in televisione. Devo dire che ho
avuto la fortuna di avere due grandi narratori in casa. Le storie
epiche, guerresche e storiche, ma anche venate di sottile ironia del
nonno Ciro e quelle di quotidianità del piccolo paese, ricche di
aneddoti spassosi nelle quali era maestra la nonna Eni. Loro amavano
raccontarle e io adoravo stare ore ad ascoltarle. Dicono che
l'emozione aiuta a fissare i ricordi. Io ho il mio Hard Disk interno
ricolmo di queste storie, delle quali ricordo ogni singola parola,
inflessione, colore, come me le stessero raccontando in questo
momento.
Capirete,
quindi, come sia stato ben felice quando il Comune di S. Quirino e la
Casa Anziani Ada e Alfredo Arcicasa mi hanno chiesto di aiutarli in
un bellissimo progetto: raccogliere i racconti dei residenti nella
struttura e ricavarne un libro. Ho posto un'unica condizione. I
racconti dovevano parlare solo di ricordi felici, la tristezza
sarebbe stata bandita. Il risultato è stato “Così è la vita che
ci innamora”, che raccoglie 24 storie di arzilli vecchietti, ma
anche di animatrici, operatori socio sanitari e dirigenti della
struttura sanquirinese. Una struttura che contraddice un sacco di
luoghi comuni sulle Case Anziani e che porta gioia in chi vi risiede.
E per giungere a questa conclusione basta passare qualche ora al suo
interno. Perchè anche da (quasi) centenari e dotati di deambulatore
o sedia a rotelle è possibile divertirsi ballando la zumba oppure
ammirare le forme delle infermiere!
La
percezione, dall'esterno, di una Casa Anziani è sempre un po'
triste. Quasi un parcheggio per accompagnare gli anziani ospiti
nell'ultimo tratto del loro percorso, tra forze mentali e fisiche che
si fanno sempre più flebili.
O
almeno così pensavo prima di mettere piede nella Casa Anziani “Ada
e Alfredo Arcicasa” di S. Quirino. Gli ospiti, mi hanno contagiato
con la loro vitalità e voglia di raccontarsi. Certo, gli acciacchi,
i fastidi e i brutti pensieri sono presenti ma, per quanto possa
sembrare paradossale, ogni volta che chiacchieravo con un vecchietto,
più o meno arzillo, venivo invaso da una grande gioia di vivere. E
la felicità nei loro occhi dopo le lunghe chiacchierate era una gran
ricompensa.
Grazie
a Stefania, Valentina, Heydy, la Psyco, Alex e tutto lo staff
(veramente incredibile!) tutti questi signori non sono solo accuditi,
ma anche spronati a passare al meglio le giornate. E quindi oltre ai
pasti (che suscitano sempre qualche brontolio. Ma, d'altronde, la
Casa è colma di ex cuoche di talento che amavano il cibo sostanzioso
e ben condito!) ci sono un sacco di attività che vanno dal canto
alla fondamentale lettura dell'oroscopo quotidiano, per non parlare
dell'organizzazione delle gite fuori porta. Anche la fisioterapia può
essere un momento divertente...
In
questo contesto non è stato difficile farsi raccontare gli episodi
più significativi delle loro esistenze. Unica indicazione: bando
alle tristezze e “Solocosebelle”!
E
così possiamo ricostruire un pezzo di vita quotidiana della San
Quirino che fu, con i suoi riti e i suoi luoghi tipici. Ma,
soprattutto, possiamo scoprire storie a loro modo straordinarie e
persone che con le loro esperienze ci raccontano di luoghi lontani e
mitici e di personaggi che abbiamo visto solo nei libri di storia o
nei rotocalchi. Chi di noi non ha mai bevuto un drink e fatto quello
che al giorno d'oggi chiameremo un selfie con Muhammad Ali o tenuto a
balia la figlia di Vittorio De Sica?
Ma
soprattutto possiamo ricostruire una geografia di sentimenti e
passioni (anche amorose) che bruciano ancora ben vive e che ci
ricordano come valga la pena vivere con intensità ogni singolo
giorno
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