venerdì 10 febbraio 2017

Il Sitting Volley sbarca a Pordenone

Il Sitting Volley sbarca anche a Pordenone. Sarà possibile, infatti, praticare questa nuova disciplina, in modo assolutamente gratuito, presso la palestra di Via Vesalio grazie alla società Insieme per Pordenone Volley e all'istruttore Marco Francescutto, residente a Zoppola ed unico friulano a giocare nella Nazionale Italiana. Il corso si terrà a cadenza settimanale, tutti i mercoledì dal 1 marzo fino a fine maggio. Chi desidera parteciparvi e vuole ottenere maggiori informazioni può contattare Anna Ferin al 333.2046035 Ma come si gioca a questo sport che ha la meravigliosa possibilità di far giocare assieme e senza differenze disabili e atleti normodotati? Scopriamolo assieme!

LE ORIGINI DELLA DISCIPLINA
Il concetto di “sport terapia” nasce da un'occasione tragica, ovvero la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1944 il dottor Ludwig Guttman, direttore del “National Spinal Injuries Centre” presso lo “Stoke Mandeville Hospital di Aylesbury, piccolo sobborgo a Nord Est di Londra, si trovò con un surplus di lavoro. Ritornavano infatti dal fronte un sacco di giovani soldati che purtroppo avevano riportato disabilità spinali o amputazioni. Il Dottor Guttmann si accorse che facendo praticare delle attività sportive adattate questi pazienti ottenevano, grazie alla spinta motivazionale, risultati molto più lusinghieri che non con le tradizionali tecniche fisio o kinesiterapiche. Da qui si passò addirittura alla pratica agonistica e, nel 1948, nel piccolo paese inglese si disputarono i primi giochi agonistici per disabili, veri e propri antesignani della prima Paralimpiade di Roma 1960.
Il Sitting Volley vero e proprio venne inventato nel 1956 in Olanda, sempre nell'ambito di un ospedale militare, su proposta di Tammo Van der Scheer e Anton Albers. Alcuni anni prima in Germania si era sviluppato anche il Sitzball, una disciplina simile che però prevedeva il rimbalzo della palla e c'erano stati anche tentativi di pallavolo giocata su sedia a rotelle che però risultava scarsamente dinamica. Il Sitting Volley, oltre a risultare veloce e divertente, ha molte altre caratteristiche positive: può far “convivere” atleti con disabilità parecchio differenti e può essere giocato, senza troppi vantaggi anche da atleti senza disabilità, favorendo l'inclusione in contesti che favoriscono la socializzazione e non mettono l'atleta disabile in un ghetto.

LE REGOLE
Si gioca in un campo leggermente più piccolo di quello da pallavolo ovvero 10x6m, con la possibilità di schierare 6 giocatori in campo, incluso il libero. La rete parte dal suolo ed arriva ad un'altezza di 1,15m per i maschi e di 1,05m per le donne. La regola principale (oltre a quelle “normali” della pallavolo) riguarda il contatto col suolo e gli spostamenti. Infatti durante le azioni di gioco con la palla, gli atleti devono rimanere a contatto con il suolo con una parte del loro corpo, dalle natiche alle spalle. Una beve perdita di contatto col suolo è permessa nelle azioni difensive a condizione che la palla non sia più alta del bordo superiore della rete. Per il resto è proibito alzarsi, sollevarsi e fare passi.

L'ALLENAMENTO
La spettacolarità del Sitting Volley ha permesso un deciso cambio culturale. Anche il pubblico inizia a valutare la performance sportiva piuttosto che la disabilità. Si sta sviluppando, quindi, anche in Italia un campionato dedicato a questa disciplina e ci sono società che iniziano a proporre programmi di allenamento dedicati ed adeguati ad un'attività agonistica. Certo è che il fattore principale resta quello di favorire la socializzazione e il divertimento, ma anche togliersi delle soddisfazioni agonistiche può essere gratificante, come dimostrato, in altri campi da quel monumento di Alex Zanardi. Ovviamente l'allenatore di Sitting Volley deve creare un ambiente positivo (ma questo dovrebbe essere una caratteristica comune di tutta l'attività sportiva), proporre un'attività non troppo complessa, considerando in ogni caso le limitazioni coordinative e di destrezza dei propri atleti. Dopo aver fornito gli strumenti essenziali tecnici per iniziare a giocare, l'approccio sarà orientato verso il gioco che avrà una parte preponderante nella seduta di allenamento. Qui sotto vedete la semifinale delle scorse Paralimpiadi di Rio 2016 tra Brasile e Iran. Sperando un giorno di poter ammirare qualche atleta locale in questi prestigiosi palcoscenici!



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