Il Sitting Volley sbarca anche a
Pordenone. Sarà possibile, infatti, praticare questa nuova
disciplina, in modo assolutamente gratuito, presso la palestra di
Via Vesalio grazie alla società Insieme per Pordenone Volley e
all'istruttore Marco Francescutto, residente a Zoppola ed unico
friulano a giocare nella Nazionale Italiana. Il corso si terrà a
cadenza settimanale, tutti i mercoledì dal 1 marzo fino a fine
maggio. Chi desidera parteciparvi e vuole ottenere maggiori
informazioni può contattare Anna Ferin al 333.2046035 Ma come si
gioca a questo sport che ha la meravigliosa possibilità di far
giocare assieme e senza differenze disabili e atleti normodotati?
Scopriamolo assieme!
LE ORIGINI DELLA DISCIPLINA
Il concetto di “sport terapia”
nasce da un'occasione tragica, ovvero la Seconda Guerra Mondiale. Nel
1944 il dottor Ludwig Guttman, direttore del “National Spinal
Injuries Centre” presso lo “Stoke Mandeville Hospital di
Aylesbury, piccolo sobborgo a Nord Est di Londra, si trovò con un
surplus di lavoro. Ritornavano infatti dal fronte un sacco di giovani
soldati che purtroppo avevano riportato disabilità spinali o
amputazioni. Il Dottor Guttmann si accorse che facendo praticare
delle attività sportive adattate questi pazienti ottenevano, grazie
alla spinta motivazionale, risultati molto più lusinghieri che non
con le tradizionali tecniche fisio o kinesiterapiche. Da qui si passò
addirittura alla pratica agonistica e, nel 1948, nel piccolo paese
inglese si disputarono i primi giochi agonistici per disabili, veri e
propri antesignani della prima Paralimpiade di Roma 1960.
Il Sitting Volley vero e proprio venne
inventato nel 1956 in Olanda, sempre nell'ambito di un ospedale
militare, su proposta di Tammo Van der Scheer e Anton Albers. Alcuni
anni prima in Germania si era sviluppato anche il Sitzball, una
disciplina simile che però prevedeva il rimbalzo della palla e
c'erano stati anche tentativi di pallavolo giocata su sedia a rotelle
che però risultava scarsamente dinamica. Il Sitting Volley, oltre a
risultare veloce e divertente, ha molte altre caratteristiche
positive: può far “convivere” atleti con disabilità parecchio
differenti e può essere giocato, senza troppi vantaggi anche da
atleti senza disabilità, favorendo l'inclusione in contesti che
favoriscono la socializzazione e non mettono l'atleta disabile in un
ghetto.
LE REGOLE
Si gioca in un campo leggermente più
piccolo di quello da pallavolo ovvero 10x6m, con la possibilità di
schierare 6 giocatori in campo, incluso il libero. La rete parte dal
suolo ed arriva ad un'altezza di 1,15m per i maschi e di 1,05m per le
donne. La regola principale (oltre a quelle “normali” della
pallavolo) riguarda il contatto col suolo e gli spostamenti. Infatti
durante le azioni di gioco con la palla, gli atleti devono rimanere a
contatto con il suolo con una parte del loro corpo, dalle natiche
alle spalle. Una beve perdita di contatto col suolo è permessa nelle
azioni difensive a condizione che la palla non sia più alta del
bordo superiore della rete. Per il resto è proibito alzarsi,
sollevarsi e fare passi.
L'ALLENAMENTO
La spettacolarità del Sitting Volley
ha permesso un deciso cambio culturale. Anche il pubblico inizia a
valutare la performance sportiva piuttosto che la disabilità. Si sta
sviluppando, quindi, anche in Italia un campionato dedicato a questa
disciplina e ci sono società che iniziano a proporre programmi di
allenamento dedicati ed adeguati ad un'attività agonistica. Certo è
che il fattore principale resta quello di favorire la socializzazione
e il divertimento, ma anche togliersi delle soddisfazioni agonistiche
può essere gratificante, come dimostrato, in altri campi da quel
monumento di Alex Zanardi. Ovviamente l'allenatore di Sitting Volley
deve creare un ambiente positivo (ma questo dovrebbe essere una
caratteristica comune di tutta l'attività sportiva), proporre
un'attività non troppo complessa, considerando in ogni caso le
limitazioni coordinative e di destrezza dei propri atleti. Dopo aver
fornito gli strumenti essenziali tecnici per iniziare a giocare,
l'approccio sarà orientato verso il gioco che avrà una parte
preponderante nella seduta di allenamento. Qui sotto vedete la
semifinale delle scorse Paralimpiadi di Rio 2016 tra Brasile e Iran.
Sperando un giorno di poter ammirare qualche atleta locale in questi
prestigiosi palcoscenici!
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