lunedì 12 agosto 2024

Fiori sopra l'inferno di Ilaria Tuti

Nel 2018 sono stato uno dei primi ad avere la fortuna di poter recensire "Fiori sopra l'inferno" (Longanesi), eccellente giallo che ha dato il via alla carriera letteraria di Ilaria Tuti. Una scrittura ricca, affascinante, mai banale, una trama avvincente e un personaggio indimenticabile come Teresa Battaglia sono stati il mix perfetto per ottenere un immediato successo, traduzioni in tutto il mondo e anche una fortunata trasposizione televisiva sulla Rai con Elena Soifia Ricci nei panni della protagonista

Una coltre di neve e paesaggi montani mozzafiato caratterizzano il piccolo paese di Travenì, toponimo di fantasia che ricalca però i comuni del tarvisiano ai quali si ispira. La stagione sciistica si sta per avviare e anche le festività natalizie sono in arrivo. Parrebbe tutto perfetto se non fosse che il cadavere di Diego Valent, giovane padre di famiglia, viene ritrovato in un sentiero in mezzo al bosco con il volto sfigurato e privo degli occhi. C'è un killer spietato mischiato tra gli orgogliosi valligiani? Ma, soprattutto, tornerà a colpire con crudele efferatezza? Da questo omicidio prende le mosse “Fiori sopra l'inferno”, romanzo d'esordio della gemonese Ilaria Tuti, pubblicato per Longanesi. A fare chiarezza viene chiamata Teresa Battaglia, personaggio delineato magistralmente e che si candida ad entrare nel novero dei più interessanti commissari di polizia che abbiano solcato la pagina scritta. Una compagine che solitamente è dominata da figure prettamente maschili. Ben venga quindi un personaggio femminile non banale, che lotta contro gli stereotipi di un investigatore che deve essere necessariamente maschio. In questo la Battaglia condivide, pur nelle diffferenze, molti tratti comuni con l'ispettrice Petra Delicado, raccontata dalla catalana Alicia Gimenez-Bartlett. Teresa è burbera, ma amata dagli uomini della sua squadra. Giunta alla soglia dei 60 anni si ritrova imprigionata in un corpo che invia segnali sempre più inquietanti, tra il diabete e i primi segni dell'Alzheimer. La sua grande esperienza e competenza, però la aiuterà a risolvere un caso intricato, umanamente complicato e che la porterà a confrontarsi con adulti che rifuggono dalle proprie responsabilità, bambini cresciuti troppo in fretta ed una comunità fiera e che sotto l'apparenza tranquilla nasconde segreti inconfessabili. Come ogni buon commissario anche Teresa ha un proprio collaboratore a farle da contraltare. In questo caso il giovane ispettore Massimo Marini, giunto da una grande città con l'entusiasmo e anche un pizzico di arroganza tipica dei neofiti, diventa bersaglio preferito degli strali e delle sfuriate di Teresa. Insieme faranno chiarezza e ritroveranno il misterioso killer riscoprendo una storia vecchia di quarant'anni, che coinvolge orfanotrofi ed esperimenti psichiatrici, nella quale niente è come sembra e i confini tra vittima e colpevole sono indefiniti come la bruma mattutina tra le montagne. Non stupisce che questo “Fiori sopra l'inferno” sia stato un vero e proprio caso editoriale in questo inizio di 2018. Il romanzo di Ilaria Tuti, che aveva già dato saggio della propria bravura vincendo nel 2014 il premio Gran Giallo a Cattolica (che vedeva in giuria, tra gli altri Carlo Lucarelli e Andrea Pinketts), è stata una delle rivelazioni al salone di Francoforte, tant'è che ne sono già stati acquistati i diritti per la pubblicazione in Francia, Germania, Spagna e Inghilterra. Anche i lettori italiani la stanno premiando e vista la qualità di scrittura ed intreccio attendiamo trepidanti di leggere nuove avventure di Teresa Battaglia per scoprire nuovi dettagli sul suo doloroso passato e per emozionarci al fianco di questa donna al contempo forte e fragile

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