mercoledì 21 agosto 2024

Fuoco Invisibile - Javier Sierra

Nell'edizione 2018 di Pordenonelegge ci fu grandissimo spazio per la letteratura spagnola contemporanea. Vennero infatti presentate diverse anteprime. Poteva capitarmi Arturo Perez Reverte, che avrei scoperto qualche anno dopo grazie a Dedica, Oppure Andres Barba o Juan Ferrandiz.Perez Reverte, riconosciuto maestro del giallo storico, aveva presentato “L'ultima carta è la morte”  romanzo che racconta le avventure della spia franchista Lorenzo Falcò in piena guerra civile spagnola. Juan Ferrandiz con “La terra maledetta” invece si immerge nella Barcellona del IX secolo, seguendo le orme del connazionale Idelfonso Falcones e raccontando i magici misteri che portarono alla fondazione della città catalana. Andrès Barba in “Repubblica luminosa” propone una favola metafisica che vede un gruppo di bambini provenienti dal nulla che sconvolgono la placida esistenza di una cittadina tropicale. Sono violenti ed estremi e si esprimono in un gergo selvatico che verrà infine svelato solo da una bambina del luogo. Purtroppo a me capitò questo "Fuoco Invisibile" (DeA) di Javier Sierra che pur avendo vinto il prestigioso Premio Planeta (che andò ad esempio a Manuel Vazquez Montalban, con ben altri meriti) è veramente una iattura. Piatto, lento, ridondante. Adatto solo ai super appassionati dei libri di Dan Brown (dei quali è una brutta copia) e a coloro che amano avventure storiche e vagamente paranormali.

Sierra è uno storico, ma anche un giornalista televisivo specializzato nell'indagine di fenomeni apparentemente inspiegabili. La sua produzione letteraria, che lo ha portato al successo anche negli Stati Uniti, risente di questa sua attrazione per il paranormale, tant'è che per stessa ammissione dell'autore i suoi romanzi uniscono elementi storici documentati, ma hanno l'ambizione di trasportare il lettore in altri mondi. Non fa eccezione “Fuoco Invisibile”, vincitore del premio Planeta nel 2017. Seguendo le orme di Dan Brown (citato peraltro nel testo), Sierra immerge il protagonista del suo romanzo, David Salas, in una ricerca classica di tutti gli avventurieri fin dal Medioevo: quella del Sacro Graal. Ma il Graal in salsa spagnola non è la fonte della vita eterna, ma un mezzo per indagare sulle origini delle idee e sulla scintilla che accende la creatività. In fondo scrivere ed esprimere le proprie idee non è un modo per eternarsi? David Salas è un brillante linguista del Trinity College di Dublino. Suo nonno Josè Roca era uno dei più noti scrittori spagnoli, famoso per la visionarietà dei suoi scritti. Visionarietà alla quale ha cercato di educare il nipote fin dall'infanzia. Spedito in missione a Madrid per recuperare un prezioso manoscritto, entrerà nel misterioso circolo “la montagna artificiale” di Victoria Goodman, scrittrice amica di sua madre, che si propone di ritrovare il Graal, fonte del “fuoco invisibile” ovvero della capacità di dare agli artisti la possibilità di vedere oltre le cose terrene. A dispetto di tutte le tradizioni precedenti sulla coppa usata da Cristo nell'Ultima Cena, si scopre che il prezioso manufatto potrebbe trovarsi in qualche chiesa romanica dei Pirenei Spagnoli. Con il gruppo di accoliti messo assieme  dalla Goodman, e composto da artisti, musicisti, filosofi e scrittori, Salas si immerge completamente nel caso, aiutato dalla fascinosa Pau, piombando in un'avventura che coinvolge misteri storici, riflessioni filosofiche, complotti sovrannaturali, brutali omicidi e storie personali. Un romanzo che piacerà sicuramente agli amanti del genere che mischia elementi storici e paranormale. Per tutti gli altri può risultare lento e ridondante, specie nella parte centrale. Probabilmente un fuoco invisibile non è necessario solo agli autori ma anche ai lettori che in mancanza di una motivazione interiore forte potrebbero abbandonare queste pagine.

 

 

Nessun commento:

Posta un commento