Lucia Galliani e Guido Saletti sono due coniugi di Finale Emilia che si sono innamorati del territorio tarvisiano. Dopo aver pubblicato due fiabe ambientate nella località friulana (“Gemelle d'acqua” e “Il cristallo di neve”) e i racconti gialli “Le quattro stagioni del giallo” hanno deciso di sfornare un romanzo ambientato tra Cave del Predil e Sella Nevea. “Il fantasma della miniera” (Froogs Editore) racconta l'omicidio di Rebecca Biasi, avvenuto durante un'escursione turistica col trenino che porta gli escursionisti all'interno della miniera di Raibl. Tutta colpa della vecchia maledizione che fa credere che all'interno delle grotte ci sia il fantasma di un soldato austroungarico o la mano dell'assassino è assolutamente umana? Tra vecchie storie di famiglia e umane fragilità troviamo il giornalista detective Guido Pizzul, che assieme al maresciallo Ferri dei Carabinieri si occupa di tirare le fila dell'inchiesta. Nella piccola comunità dell'Alto Friuli si intrecceranno torbide storie d'amore, piccole invidie ed un secondo macabro omicidio. Per Pizzul, oltre all'aspetto professionale, anche una pena d'amore: è possibile innamorarsi in egual misura di due gemelle e non riuscire a prendere una scelta definitiva?
Il romanzo di Galliani-Saletti parte da un intento nobile. Sotto l'acronimo B.I.T. (Book Identity Territory) tentano di unire al romanzo una“guida in pillole”, costituita da notizie, curiosità ed espressioni poetiche, integrata da illustrazioni e foto, che accompagna il romanzo. E l'amore per l'ambiente descritto si percepisce. L'intreccio, tutto sommato, è abbastanza godibile e ben congegnato. Il “Fantasma” però manca l'obiettivo nelle caratteristiche che permettono ad una storia interessante di diventare un bel romanzo. Ovvero nella creazione di personaggi sfaccettati, ricchi e stimolanti e nella scrittura in sé che riesce raramente ad avere quei guizzi che permettono ad ambientazione, dialoghi e descrizioni di diventare incisivi e saporiti
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