domenica 22 settembre 2024

Margini del 1968. Profeti e servizi segreti - Enrico Petris

Oggi vi propongo un'interessante saggio storico, che prende le mosse dalle ingarbugliate vicende che tra la fine degli anni '60 e gli anni '70 riguardarono il nostro Nordest, tra spinte di contestazione, attentati, strategia della tensione, servizi segreti e rigurgiti di Guerra Fredda.
“I margini sono contemporaneamente ciò che è trascurabile, ciò che sta al margine, e ciò che disegna il contorno dando forma ad un'organizzazione strutturale complessa[..] Il marginale può anche diventare l'essenziale o il decisivo” . Questo è l'incipit di “Margini del 1968. Profeti e servizi segreti” (Asterios) saggio di Enrico Petris, professore al Liceo Marinelli di Udine, che in occasione del cinquantennale dell'anno simbolo della contestazione giovanile (e non solo) ha deciso di indagarne prodromi, cause e manifestazioni anche in Friuli. Lo fa riprendendo il discorso già avviato nel precedente “Rosso, Nero e Pasolini” indicando non a caso l'intellettuale casarsese come uno dei “profeti”, ovvero anticipatori, delle istanze sessantottine: ma quali furono le dinamiche, le proteste e le conquiste ottenute in quegli anni nel nostro territorio regionale? Petris da innanzitutto spazio ad un saggio dello storico Pier Luigi D'Eredità per delineare le condizioni economiche in Friuli dal secondo dopoguerra al periodo del cosiddetto boom economico. In questo humus sono nate le esperienze di contestazione, ma anche di cambiamento più significative del periodo. Petris ne cita alcune di paradigmatiche: la battaglia di studenti ed autonomisti per ottenere un'università e altre opere strategiche (istanze sostenute anche da una parte del clero, che in questo rimaneva però abbastanza ambiguo), le proteste operaie, ma soprattutto le battaglie per i diritti civili del deputato socialista udinese Loris Fortuna, che lottò per introdurre la legge sul divorzio (che infatti porta il suo nome) e per far approvare la depenalizzazione dell'aborto e le esperienze “antipsichiatriche” di Edelweiss Cotti a Cividale e Franco Basaglia a Gorizia. Il tutto in una zona che, per sua collocazione geografica, durante la Guerra Fredda vedeva contestualmente nascere organizzazioni paramilitari come Gladio e svilupparsi anche infiltrazioni dei servizi segreti in varie frange ed attività della società civile. Insomma le esperienze del '68 in Friuli magari saranno rimaste marginali e non avranno ottenuto risonanza sui media nazionali, ma sicuramente hanno portato lo sviluppo di una coscienza civile e libera, le cui conquiste si ritrovano ancora oggi a distanza di cinquant'anni.

Nessun commento:

Posta un commento