Oggi vi propongo un'interessante saggio storico, che prende le mosse dalle ingarbugliate vicende che tra la fine degli anni '60 e gli anni '70 riguardarono il nostro Nordest, tra spinte di contestazione, attentati, strategia della tensione, servizi segreti e rigurgiti di Guerra Fredda.
“I margini sono
contemporaneamente ciò che è trascurabile, ciò che sta al margine, e ciò che
disegna il contorno dando forma ad un'organizzazione strutturale complessa[..]
Il marginale può anche diventare l'essenziale o il decisivo” . Questo è
l'incipit di “Margini del 1968. Profeti e servizi segreti” (Asterios) saggio di
Enrico Petris, professore al Liceo Marinelli di Udine, che in occasione del
cinquantennale dell'anno simbolo della contestazione giovanile (e non solo) ha deciso di indagarne prodromi, cause e manifestazioni anche in Friuli. Lo fa
riprendendo il discorso già avviato nel precedente “Rosso, Nero e Pasolini”
indicando non a caso l'intellettuale casarsese come uno dei “profeti”, ovvero
anticipatori, delle istanze sessantottine: ma quali furono le dinamiche, le
proteste e le conquiste ottenute in quegli anni nel nostro territorio
regionale? Petris da innanzitutto spazio ad un saggio dello storico Pier Luigi
D'Eredità per delineare le condizioni economiche in Friuli dal secondo
dopoguerra al periodo del cosiddetto boom economico. In questo humus sono nate
le esperienze di contestazione, ma anche di cambiamento più significative del
periodo. Petris ne cita alcune di paradigmatiche: la battaglia di studenti ed
autonomisti per ottenere un'università e altre opere strategiche (istanze
sostenute anche da una parte del clero, che in questo rimaneva però abbastanza
ambiguo), le proteste operaie, ma soprattutto le battaglie per i diritti civili
del deputato socialista udinese Loris Fortuna, che lottò per introdurre la
legge sul divorzio (che infatti porta il suo nome) e per far approvare la
depenalizzazione dell'aborto e le esperienze “antipsichiatriche” di Edelweiss
Cotti a Cividale e Franco Basaglia a Gorizia. Il tutto in una zona che, per sua
collocazione geografica, durante la Guerra Fredda vedeva contestualmente
nascere organizzazioni paramilitari come Gladio e svilupparsi anche
infiltrazioni dei servizi segreti in varie frange ed attività della società
civile. Insomma le esperienze del '68 in Friuli magari saranno rimaste
marginali e non avranno ottenuto risonanza sui media nazionali, ma sicuramente
hanno portato lo sviluppo di una coscienza civile e libera, le cui conquiste si
ritrovano ancora oggi a distanza di cinquant'anni.
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