“A Venezia piove dolcemente” è il secondo romanzo del collega giornalista Rosario Padovano e come il precedente “Il miele di Liù – Un’estate a Caorle” a distanza di dieci anni viene edito da Alba Edizioni.
I due libri hanno parecchie similitudini tra di loro: stesso periodo storico (la fine degli anni ’90), le incursioni a Caorle, i tantissimi richiami musicali alla musica del periodo e soprattutto alle canzoni del Festival di Sanremo (del quale, ricordiamolo, Rosario è un cultore ed esperto). Anche in questo caso si parla di una storia d’amore adolescenziale che coinvolge Ely e Matthias e che ha come sfondo non solo Venezia, ma anche Marghera. Una Marghera completamente trasfigurata da questo amore: “Marghera, dove è sempre primavera” un distico che neanche un’accanita fan di Mestre come Alice Guerra sarebbe riuscita a concepire. In fondo anche il cantante Clavdio nella sua “Cuore” faceva diventare la SNAI un posto bello quindi anche le ciminiere e il grigiume di Marghera possono risplendere.
LA TRAMA
Matthias è un giovane guidatore di vaporetti dell’ACTV, l’azienda di trasporti veneziana. Mentre conduce la sua barca verso l’Accademia conosce la diciassettenne Ely, passeggera del mezzo che si sta recando verso la scuola che frequenta, il Liceo Artistico. La simpatia nasce subito e tra i due piano piano nasce una storia d’amore che ha appunto come sfondo la laguna veneziana, le scorribande a Caorle, la piccola quotidianità di due innamorati. Si conoscono anche le storie delle due famiglie, a dire la verità soprattutto quella di Ely, perché quella di Matthias resta piuttosto sottotraccia, che è anche la storia di questa parte del Nordest, che esce dall’epoca dei sequestri (ad esempio del Generale Dozier) o addirittura dagli omicidi (come quello di Taliercio). Il tutto con una colonna sonora d’eccezione e con diverse montagne russe tra esaltazione data dall’innamoramento e un po’ di malinconia perché, se anche lo fa dolcemente, a Venezia può piovere e, a volte, anche diluviare.
L’OPINIONE DEL LETTORE
Come detto “A Venezia piove dolcemente” è una sorta di upgrade ragionato del precedente “Il Miele di Liù”: più o meno stessa storia (l’amore di due adolescenti), lo stesso periodo storico e le stesse suggestioni musicali. Quello che cambia è il tipo di scrittura, più matura e a tratti tendente al lirismo. Molto interessante l’inserimento dei fatti storici che hanno coinvolto e spesso stravolto la quotidianità mestrina e veneziana. E’ quasi un peccato siano solo brevi accenni. Probabilmente una scelta per lasciare le luci del palcoscenico ai due attori protagonisti Ely e Matthias, ma un ulteriore approfondimento e inserimento dei fatti nella profondità della trama sarebbe stato intrigante. In sostanza Padovano porta le sue passioni sulla carta: raccontare storie e farlo con un sottofondo musicale che conosce e apprezza. Anche se il trend letterario è già passato si candida ad essere un po’ il Federico Moccia del Nordest: il cantore del puro amore adolescenziale, che sa essere esaltante, ma anche agrodolce.
Nessun commento:
Posta un commento