martedì 5 novembre 2024

Vita di Isidor Katanic - Ivo Andric

A Belgrado tra la prima e la seconda guerra mondiale c’è una casa a quattro piani che pare uno zoo. A gestirla c’è Margita, donnone giunonico e molto poco accomodante dal nomignolo rassicurante: Cobra. A farle compagnia il marito Isidor, mite e anonimo impiegato statale al quale la moglie ha appioppato il soprannome di Zeko (coniglietto). A completare il quadro c’è il figlio, forse illegittimo, dei due, Mihailo detto Tigre, interessato alla vita mondana e promessa del tennis.

Questi i personaggi principali de “La vita di Isidor Katanic” romanzo breve del premio Nobel Ivo Andric, uscito nel 1948, e pubblicato ora per la prima volta in Italia da Bottega Errante Edizioni.

Il povero eroe di questa storia, Zeko, ha visto pian piano naufragare i sogni della sua gioventù. In quel tempo aspirava a diventare pittore e anche cantante d’opera e il suo cuore era rapito dalla bella Margita. Dopo gli eventi della storia, materializzatisi sotto forma di guerre balcaniche e prima guerra mondiale, Zeko deve accontentarsi di un noioso lavoro statale come calligrafo e di un matrimonio che cade a pezzi man mano che l’acredine della moglie e le angherie che subisce crescono in maniera direttamente proporzionale al peso della consorte.

Ma in questo strano romanzo di formazione, perché non è usuale che la trasformazione avvenga su un uomo di oltre quarant’anni, ad un certo punto scatta una scintilla e il nostro protagonista si accorge che è possibile un’esistenza diversa e meno grigia nella quale intrattenere rapporti umani veri e non velati dall’ipocrisia. L’occasione è data dalla scoperta di una serie di personaggi che popolano le rive della Sava, il fiume che assieme al Danubio bagna Belgrado. Il passo successivo avviene grazie al trasferimento in città della famiglia della cognata Marija che permetterà di far vedere a Isidor che una vita familiare serena non è un miraggio. Ma durante il secondo conflitto mondiale mentre la capitale serba viene bombardata, Zeko capisce, dopo aver visto alcune esecuzioni capitali da parte dei nazisti che il passo decisivo è quello di passare all’azione e si aggrega al gruppo di ribelli, prendendo coscienza del fatto che cercando si essere utili e combattendo il Male con la maiuscola, si può anche riscattare un’esistenza grigia e anonima.

Ivo Andric, Premio Nobel per la letteratura nel 1961,  originario di Tuzla nella Bosnia Mussulmana, intraprese la carriera diplomatica e visse la maggior parte della propria esistenza a Belgrado. Il 1948 non fu il suo miglior anno, artisticamente parlando. Infatti pubblicò racconti e romanzi scritti secondo i dettami del realismo socialista. Nel mezzo questo romanzo breve che invece si  libera dai cascami dell’ideologia per riflettere sull’esistenza umana. Come segnala Bozidar Stanisic nella bella postfazione forse Isidor Katanic, il cui anagramma “Isti kao Andric” significa “Identico ad Andric” è l’alter ego dello scrittore e riflette il suo vero pensare.

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