Da un paio di mesi ( e fino a metà Gennaio) gli spazi espositivi del Museo D'Arte Contemporanea di Pordenone in Via Bertossi ospitano una mostra vivace ed interessante. Si tratta di Mira Cuba, ovvero la raccolta di oltre 200 manifesti (pubblicitari, cinematografici e politici) prodotti nell'isola Caraibica dal 1959 ai giorni nostri.
Una varietà incredibile di stimoli pervadono il visitatore che viene catapultato in un mondo coloratissimo e seducente. Il "cartel" cubano è una vera e propria opera d'arte artigianale. Si tratta infatti di serigrafie che, anche se formalmente dovevano illustrare un film o un convegno, finiscono per essere personalissime rielaborazioni dell'artista cubano che, prendendo (vagamente) spunto da quello che doveva pubblicizzare, propone la propria visione del mondo o sperimenta nuovi stili figurativi.Un inconsueto Mr Magoo Arabo |
Uno degli esercizi più divertenti per il visitatore è quello di cercare di capire il film che dovrebbe essere pubblicizzato, partendo dal manifesto ed escludendo gli elementi tipografici. Il più delle volte è veramente difficile riuscire in questo intento. Allo stesso tempo si percepisce chiaramente come il tentativo artistico non sia quello di vendere un prodotto ma, al contrario, un cogliere l'occasione per esprimere le proprie idee e la Weltanschauung non solo di un singolo artista, ma di una nazione intera. Chiaramente si individuano diverse sensibilità tra i vari artisti con manifesti che di volta in volta hanno un carattere più intimista o più chiassoso, ironico o smaccatamente politico.
E' curioso però notare come in un isola che ha
vissuto momenti difficilissimi ci sia spazio per manifesti che esprimono comunque gioia e speranza. E, nonostante l'isolamento, i creatori di affiches cubani riescono a rielaborare stimoli nordamericani ed europei usandoli in contesti decisamente inconsueti ed ottenendo un effetto potentemente straniante.
Il Caso Mattei |
Ecco quindi che il poster del film "Le Mille e una Notte Arabe" tra moschee e minareti propone in primo piano un Mr. Magoo con tanto di turbante, mentre per promuovere il cupo capolavoro di Francesco Rosi "Il Caso Mattei" viene utilizzata una delle icone yankee degli anni '80 ovvero Superman. A significare che il povero comissario dell'ENI si era imbarcato in un'impresa titanica, pestando i piedi ai trust petroliferi britannici.
Una mostra da vedere, un prezioso, piccolo, gioiello multicolore
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