Resilienza è un termine di quelli modaioli che spesso viene usato a sproposito. A farci
risalire alla sua origine etimologica ci pensa Andrea Spinelli che ricorda come
la parola derivi “dal latino resalio, ovvero il gesto di risalire su di
un’imbarcazione capovolta dalla furia del mare”. E Spinelli è stato veramente
travolto da un fortunale fisico ed emotivo che ha anche una data precisa: il 18
ottobre 2013. Giornata nella quale gli venne diagnosticato un cancro alla testa
del colon, inoperabile. Da quel letto di ospedale Spinelli trovò la forza di risalire e si mise in cammino. Ne nacque
un primo libro, pubblicato nel 2018 e intitolato. “Se cammino vivo”.
Spinelli, che purtroppo ha perso la propria battaglia dopo oltre dieci anni di lotta, ci ha fatto percorrere un altro pezzo di strada assieme pubblicando
“Il caminante – Camminatore, pellegrino, viandante” (Ediciclo). Spinelli si definisce caminante ovvero un misto
tra CAMminatore, pellegrINo e viandANTE, una persona che cammina per necessità
e non per svago o turismo e che nel suo lungo incedere, che lo ha portato a
raggiungere i 18.00 chilometri percorsi, ha raggiunto la consapevolezza di non
potersi liberare del tumore, scomodo compagno di viaggio da portarsi appresso,
ma anche la serenità derivata dal fatto che muovendosi per il mondo e avendo a
casa un approdo sicuro rappresentato dall’amore di sua moglie, sia ancora per
lui possibile sorprendersi per le meraviglie naturali e per gli incontri
piacevoli fatti durante il cammino. Insomma se un malato oncologico sicuramente
non può dirsi felice, sicuramente ci sono situazioni che lo possono rendere
contento.Un libro che vale sicuramente la pena di leggere per molteplici motivi. Può anche essere solo per darsi coraggio in un momento difficile, ma anche per capire quelle che sono le motivazioni che spingono (al di là delle mode) diverse persone a mettersi in cammino.
lunedì 30 dicembre 2024
venerdì 20 dicembre 2024
Se ti acchiappo - Paolo Morganti
Adalberto Maria Donati è un personaggio singolare. Ha alle spalle una vita familiare
travagliata e i tic e i rumorosi sintomi della sindrome di Tourette dalla quale
è affetto potrebbero pregiudicare in maniera pesante la sua vita sociale. Ma
Donati non è un tipo che si arrende facilmente e adottando delle bizzarre
contromisure riesce a limitare gli eccessi che la sua malattia gli causa e
trasforma il suo essere decisamente politicamente poco corretto e molto diretto
in un vantaggio professionale. Perché Adalberto Maria è un poliziotto della
squadra investigativa della questura di Udine. In “Se ti acchiappo” (Morganti
editore) il nostro eroe si trova a dover risolvere un caso intricato che lo
mette di fronte ad un efferato serial killer: il Pastaio. Questo assassino
seriale, che compirà la sua parabola criminale nel giro di una settimana al
ritmo di un omicidio al giorno, deve il
soprannome al suo particolare modus operandi. Infatti uccide le proprie
vittime nella loro abitazione. Ma non si accontenta di infierire a colpi di
arma contundente. Prima si appropria di una fetta delle loro natiche e poi
trasforma i cadaveri in modo che assomiglino ad un’opera d’arte famosa,
partendo da l’ “Innocenzo X” di Francis Bacon e passando per Munch e Arcimboldo.
Non contento il criminale decide di cucinare sulla scena del delitto un primo
piatto di pasta (da qui il soprannome) e quando Donati raggiunge il cadavere
riceve via messaggio anche un link che lo rimanda ad un’adeguata colonna
sonora.
giovedì 19 dicembre 2024
Greta Vidal - Antonella Sbuelz
Fiume 1919. La Grande Guerra è appena terminata, ma le tensioni tra popoli ed etnie europee
faticano a spegnersi. I trattati di pace
non riescono ad accontentare tutte le rivendicazioni. Nel settembre di
quell’anno Gabriele D’Annunzio decide di dirigersi verso il Golfo del Quarnaro
ed entra a Fiume a bordo di una decapottabile rossa e alla testa dei suoi
legionari. L’obiettivo dell’occupazione è quello di reclamare l’annessione
della città all’Italia. E’ in questo contesto che si muove la giovane Greta Vidal,
protagonista dell’omonimo romanzo di Antonella Sbuelz, già pubblicato nel 2009
da Frassinelli e riproposto in nuova edizione da Forum editrice, giusto in
tempo per celebrare il centenario degli avvenimenti descritti e raccontati nel
libro.
mercoledì 18 dicembre 2024
Attese - Marika Brun
Tutti hanno sperimentato nella propria esistenza la sensazione data da un’attesa. Ce ne sono
di piacevoli come quelle che precedono l’arrivo di un regalo, di un figlio o di
una persona cara che non vediamo da tempo. Di crudeli come quelle che arrivano
prima di una brutta notizia. E di vane come quelle che ci fanno aspettare una
telefonata, un incontro o un evento che non si verificherà mai. Su questo tema
la pordenonese Marika Brun ha costruito la sua raccolta poetica, pubblicata da
Aletti Editore e titolata appunto “Attese”.
lunedì 16 dicembre 2024
Il futuro che verrà. Come fosse da sempre - Monica Godio
“I tuoi figli non sono figli tuoi, sono i figli e le figlie della vita stessa. Tu li metti al
mondo.Ma non li crei. Sono vicino a te, ma non sono cosa tua. Puoi dar loro
tutto il tuo amore, ma non le tue idee. Tu puoi dare dimora al loro corpo, ma
non alla loro anima, perché la loro anima abita nella casa dell’avvenire dove a
te, non è dato entrare neppure con il sogno. Puoi cercare di
somigliare a loro, ma non volere che essi assomiglino a te, perché la loro vita
non ritorna indietro e non si ferma a ieri.Tu sei l’arco che lancia i figli
verso il domani.”. Con questa citazione di Kahlil Gibran si apre “Il futuro che
verrà. Come fosse da sempre” (Vertigo) della torinese, trapiantata a Rive
D’Arcano, Monica Godio. Non un romanzo, ma il racconto personale di una vicenda
che ha coinvolto direttamente l’autrice, ovvero le peripezie che hanno portato
lei e il marito ad adottare le tre figlie.
lunedì 2 dicembre 2024
Il passato è un morto senza cadavere - Antonio Manzini
Per il vicequestore Rocco Schiavone, alla sua quattordicesima apparizione in un romanzo, c’è l’ennesima rottura di coglioni del decimo livello. Questa volta prende la forma di un ciclista morto sulle strade di Aosta. Paolo Sanna, questo il nome del cadavere, non pare vittima di una tragica fatalità, ma di un deliberato tentativo (andato a segno) di omicidio.
Da qui si dipana una vicenda complessa che Antonio Manzini racconta ne “Il passato è un morto senza cadavere” (Sellerio). Il cinquantenne Sanna è ricco e mantenuto dalla famiglia. Vive in una casa di design che però appare senz’anima e poco vissuta. D’altronde ha cambiato continuamente città di residenza, quasi fosse un uomo in fuga. E in realtà è proprio così: un uomo in fuga dal proprio passato. Un passato torbido e misterioso che porterà Schiavone ad indagare su fatti avvenuti a distanza di anni, quando Sanna svolgeva il proprio servizio di leva. E lo porterà in una località friulana di invenzione chiamata Erbacore. Ma nella grande densità di avvenimenti si inserisce anche un’altra vicenda, che colpirà Schiavone al cuore. La misteriosa scomparsa della giornalista ed (ex?) di Schiavone Sandra Buccellato.
Da qui si dipana una vicenda complessa che Antonio Manzini racconta ne “Il passato è un morto senza cadavere” (Sellerio). Il cinquantenne Sanna è ricco e mantenuto dalla famiglia. Vive in una casa di design che però appare senz’anima e poco vissuta. D’altronde ha cambiato continuamente città di residenza, quasi fosse un uomo in fuga. E in realtà è proprio così: un uomo in fuga dal proprio passato. Un passato torbido e misterioso che porterà Schiavone ad indagare su fatti avvenuti a distanza di anni, quando Sanna svolgeva il proprio servizio di leva. E lo porterà in una località friulana di invenzione chiamata Erbacore. Ma nella grande densità di avvenimenti si inserisce anche un’altra vicenda, che colpirà Schiavone al cuore. La misteriosa scomparsa della giornalista ed (ex?) di Schiavone Sandra Buccellato.
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