lunedì 30 dicembre 2024

Il Caminante - Andrea Spinelli

Resilienza è un termine di quelli modaioli che spesso viene usato a sproposito. A farci risalire alla sua origine etimologica ci pensa Andrea Spinelli che ricorda come la parola derivi “dal latino resalio, ovvero il gesto di risalire su di un’imbarcazione capovolta dalla furia del mare”. E Spinelli è stato veramente travolto da un fortunale fisico ed emotivo che ha anche una data precisa: il 18 ottobre 2013. Giornata nella quale gli venne diagnosticato un cancro alla testa del colon, inoperabile. Da quel letto di ospedale Spinelli trovò la forza  di risalire e si mise in cammino. Ne nacque un primo libro, pubblicato nel 2018 e intitolato. “Se cammino vivo”. Spinelli, che purtroppo ha perso la propria battaglia dopo oltre dieci anni di lotta, ci ha fatto percorrere un altro pezzo di strada assieme pubblicando “Il caminante – Camminatore, pellegrino, viandante” (Ediciclo). Spinelli si definisce caminante ovvero un misto tra CAMminatore, pellegrINo e viandANTE, una persona che cammina per necessità e non per svago o turismo e che nel suo lungo incedere, che lo ha portato a raggiungere i 18.00 chilometri percorsi, ha raggiunto la consapevolezza di non potersi liberare del tumore, scomodo compagno di viaggio da portarsi appresso, ma anche la serenità derivata dal fatto che muovendosi per il mondo e avendo a casa un approdo sicuro rappresentato dall’amore di sua moglie, sia ancora per lui possibile sorprendersi per le meraviglie naturali e per gli incontri piacevoli fatti durante il cammino. Insomma se un malato oncologico sicuramente non può dirsi felice, sicuramente ci sono situazioni che lo possono rendere contento.Un libro che vale sicuramente la pena di leggere per molteplici motivi. Può anche essere solo per darsi coraggio in un momento difficile, ma anche per capire quelle che sono le motivazioni che spingono (al di là delle mode) diverse persone a mettersi in cammino.

“Il caminante” racconta in modo schietto, talvolta crudo, ma mai disperato o rassegnato due anni di costante movimento, immerso nella natura e nei propri pensieri. Sembra di essere vicino a Spinelli sia quando percorre le montagne carniche del cammino delle Pievi che le piane lusitane, con l’Oceano Atlantico a fare compagnia e una tempesta a rendere ancora più faticoso il cammino verso Santiago de Compostela lungo la Via Portoghese. I pensieri e anche l’umana paura riempiono le pagine, ma ci sono anche i silenzi (nei boschi o al cospetto dell’Oceano) e le necessarie pause come quella davanti al Faggio di S. Francesco personaggio al quale Spinelli si sente affine e dal quale trae esempio e forza. Forza che lui stesso, pur rifiutando il ruolo di esempio, con le sue parole ed il suo agire riesce a trasmettere alle persone che lo leggono e lo ascoltano nei tanti incontri che svolge in tutta Italia. Spinelli non vuole dare false illusioni, perché di cancro ancora si muore ma sicuramente portare serenità a tante persone che vivono la sua stessa condizione  e così facendo è riuscito a proseguire per molti più anni di quelli previsti il suo personale cammino 

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