giovedì 19 dicembre 2024

Greta Vidal - Antonella Sbuelz

Fiume 1919. La Grande Guerra è appena terminata, ma le tensioni tra popoli ed etnie europee faticano a spegnersi.  I trattati di pace non riescono ad accontentare tutte le rivendicazioni. Nel settembre di quell’anno Gabriele D’Annunzio decide di dirigersi verso il Golfo del Quarnaro ed entra a Fiume a bordo di una decapottabile rossa e alla testa dei suoi legionari. L’obiettivo dell’occupazione è quello di reclamare l’annessione della città all’Italia. E’ in questo contesto che si muove la giovane Greta Vidal, protagonista dell’omonimo romanzo di Antonella Sbuelz, già pubblicato nel 2009 da Frassinelli e riproposto in nuova edizione da Forum editrice, giusto in tempo per celebrare il centenario degli avvenimenti descritti e raccontati nel libro. 
Greta è una diciottenne che ha dovuto crescere in fretta a causa del conflitto mondiale. La guerra le ha portato via il cugino Egon e conseguentemente anche il raziocinio della zia Ingrid. A  privarla, invece,  del fratello Arturo ci ha pensato la tubercolosi e quest’ultimo fatto ha anche compromesso i rapporti tra i due genitori, ormai distanti tra loro. Greta è abituata a vivere in una città per sua natura cosmopolita e come tutti i porti di mare, avvezza agli scambi, alle diverse etnie e all’accoglimento delle differenze. Sulle normali esistenze dei fiumani si abbatte un vero e proprio ciclone. Dopo gli anni di guerra arriva D’Annunzio che fa della piccola città un simbolo, ma anche un ardito esperimento politico. Non solo un enclave di nazionalismo tricolore, ma, soprattutto un luogo utopico, casa di sentimenti libertari e antimperialisti che trascinano in zona spiriti liberi, sognatori, dissidenti e anche una buona schiera di manigoldi. In questo romanzo di formazione Greta conosce e si innamora del giovane giornalista Tullio Marchior e la loro storia personale si intreccia con quelle dell’aviatore e avventuriero Giulio Kepler e dell’americano Paul Forst, che lavora nello staff di D’Annunzio. Greta, Tullio e Paul sono personaggi complessi, con personalità forti e ben definite e il lettore si immerge volentieri nelle loro vicende umane. Greta è una ragazza dolce, ma emancipata. Sensibile e allo stesso tempo combattiva.  Tullio pur non riuscendo a liberarsi completamente di una guerra che lo ha privato di un fratello e di molta innocenza ha deciso di non imbracciare più un fucile, ma di raccontare l’attualità armato solamente di una penna stilografica e di una macchina fotografica.

La Sbuelz, reduce dal grande successo del precedente romanzo storico “La ragazza di Chagall” che è stato anche inserito nella selezione del Premio Campiello, ci fa assaporare i 15 mesi (o cinque stagioni come recita il sottotitolo) dell’occupazione fiumana con grande perizia storiografica, ma le citazioni dei documenti e la ricostruzione storica non appaiono mai pesanti o fine a se stessi, quanto piuttosto funzionali ad indagare il pensiero dei giovani protagonisti che si trovano in bilico tra la necessità di superare un passato doloroso per entrambi e il tipico entusiasmo giovanile che porta ad immaginare un futuro radioso e bellissimo. Il momento storico è spinoso, controverso e non di univoca interpretazione, ma  incide necessariamente sulla formazione personale di Greta e Tullio. Come dice quest’ultimo “Non si può scegliere a che epoca appartenere, ma si può scegliere come appartenerle”.

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