L’inizio del ‘900 è un periodo decisamente complesso per tutti. In modo particolare se sei un giovane di origine slovena residente a
Trieste. La geopolitica e i rivolgimenti sociali ti fanno sentire straniero,
prima all’interno di un grande impero in disfacimento, quello asburgico, e poi
nella tua città dove non puoi parlare la tua lingua di origine e i tuoi
connazionali vengono perseguitati. Questa è la situazione di Radko Suban,
protagonista di “Oscuramento” romanzo di Boris Pahor, scritto nel 1975 e
recentemente pubblicato, in occasione della giornata del Ricordo da La Nave di
Teseo. L’opera fa parte della cosiddetta trilogia triestina che comprende anche
“Primavera difficile” e “Dentro il labirinto” con la quale Pahor, morto nel 2022 alla veneranda età di 109 anni, ha fatto di Radko Suban il proprio alter ego per raccontare le
vicissitudini sue e del suo popolo all’alba e durante il secondo conflitto
mondiale. Come lo scrittore, Suban, subisce la forzata italizzazione
scolastica, frequenta ed abbandona il seminario, partecipa ai combattimenti
della Seconda Guerra Mondiale in Libia, viene in contatto con l'ambiente della
Resistenza, e infine fa la terribile esperienza di un internamento in diversi
lager tra i quali i famigerati Dachau e Bergen Belsen. “Oscuramento” è
ambientato tra il 38’ e il 45’ e racconta appunto le vicissitudini di Suban, un
personaggio complesso e affascinante.
Lasciati gli studi seminariali coltiva la
passione per lo studio della letteratura e prova a capire come la Storia,
quella con la esse maiuscola possa interferire nei rapporti umani. In questo
senso le pagine di Pahor raccontano la sua formazione politica e nello stesso
tempo quella, un po’ tardiva e naif, sentimentale. Radko si sentirà
perennemente insoddisfatto ed inadeguato in entrambi i campi, almeno fino a
quando la sua amicizia con Mija, figlia di un abbiente commerciante, diventerà
un amore passionale e gli farà vedere le cose con maggior chiarezza.
Mija è infatti una ragazza dal carattere forte e spavalda, sorella di un partigiano
comunista e moglie di un intellettuale cattolico sloveno, messo in carcere dal
regime fascista. L’amore di Mija e Radko sarà travolgente, ma sarà anche
letteralmente travolto dagli eventi della storia, che hanno ovviamente poco
interesse della vita quotidiana e non si fanno scrupoli nell'annientarla.
“Oscuramento” è il grido di dolore di un intellettuale che vorrebbe rivendicare
i diritti di un popolo quello sloveno, che non è fatto solo da bravi contadini
e onesti portuali, ma ha anche una classe di intellettuali che si stanno
formando. Purtroppo l’ideologia ci mette lo zampino e gli stessi sloveni si
dividono: i partigiani portano avanti l’idea rivoluzionaria e comunista, mentre
gli anticomunisti domobranci supportano il regime fascista. Radko in questo
senso è premonitore e teme che una volta debellato “il mostro nero” si cada in
un totalitarismo opposto. E per chi ha visto di persona bruciare il Narodni Dom
è una cosa dolorosa ed inaccettabile
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