Lorenzo, nel giorno
in cui dovrebbe nascere suo figlio è costretto a partecipare al funerale del
padre. Da qui parte un viaggio personale che mescola indagine familiare e
memoria: Lorenzo scava nel passato di quell’uomo che ha odiato e “mai
conosciuto” fino in fondo, recuperando documenti e testimonianze che lo
conducono a scoprire l’esistenza di un progetto misterioso denominato “Operazione Atlantide”,
realizzato nel 1969 sotto il lago di Cavazzo. Ma quella degli “Acquanauti”
nell’omonimo romanzo di Renzo Brollo (Bottega Errante editore) è in fondo un
pretesto per raccontare qualcos’altro di più profondo. La scrittura di Brollo è
precisa, chirurgica e cesellata in ogni singolo termine. Il suo è un viaggio
all’interno del personaggio e innanzitutto sulla paternità e l’essere padre.
Lorenzo non sa e forse non vuole diventare veramente padre, temendo di fare gli
stessi errori del suo genitore. Nello stesso tempo gli viene a mancare anche
quell’ancora rappresentata dalla madre il cui Alzheimer si sta aggravando sempre
di più portandosi via preziosi ricordi di vita familiare che lo stesso Lorenzo
ha rimosso. E poi c’è l’acqua, elemento onnipresente e fortemente simbolico.
Acqua come liquido amniotico che è prerogativa della madre e pertanto esclude
un po’ il padre da questo legame con il figlio e rischia di minare anche
l’intimità matrimoniale. Acqua che scende copiosa dal cielo e in qualche modo
cancella i ricordi. Acqua elemento grazie al quale il padre di Lorenzo si
allontanava visto che era un marinaio. Acqua che lo riavvicina in qualche modo
al padre come posto nel quale si evocano fantasmi, si scoprono emozioni
profonde e si è veramente in contatto con il proprio io. Alla fine il
ritrovamento di vecchi documenti porta il protagonista a ripercorrere con
lirismo la vicenda del progetto Atlantide, nel quale uno speleo sub, Luciano Mecarozzi
tra il ’69 e il ’70, coordinò un gruppo di 12 subacquei che per un esperimento
scientifico visserò per un mese in tre case-contenitori subacquee sul fondo del
Lago di Cavazzo. Ma questa è una storia che sgorga dalla memoria e serve per
concludere un libro non facile, con il
quale è necessario fare i conti con pazienza, ma che poi, una volta esplorato
gratifica ed emoziona il lettore.

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