venerdì 26 settembre 2025

L'ultima corsa per Woodstock - Colin Dexter

Scorbutico, appassionato di enigmistica, robusto bevitore e fine intellettuale. Queste le caratteristiche principali dell’ispettore Morse della Thames Valley Police di Oxford, il protagonista dei gialli scritti a partire da metà degli anni ’70 dall’inglese Colin Dexter. “L’ultima corsa per Woodstock” è il primo romanzo della serie e mette già in mostra tutte le qualità presenti anche nei libri successivi di Dexter: scrittura cesellata e non banale, plot solidissimo nonostante i mille rivoli e sospetti che costellano e caratterizzano le indagini, humour inglese spruzzato qua e là e personaggi memorabili per costruire un giallo classico, senza sparatorie e momenti di azione, ma che tiene incollati fino all’ultima pagina per scoprirne il canonico colpevole. Dexter crea con Morse una sorta di suo alter ego con il quale condivide l’erudizione, la passione per Wagner e per l’enigmistica. Accanto al protagonista c’è il povero Sergente Lewis che, a volte ammirato e a volte perplesso, spalleggia alla perfezione il proprio capo. L’indagine che devono affrontare è spinosa: Sylvia Kaye, giovane ed affascinante ragazza, dopo essere stata vista fare l’autostop con un’amica, viene trovata morta dopo aver subito anche violenza nel parcheggio del Pub Black Prince a Woodstock. L’umanità che ruota attorno al delitto è della più varia: il giovanotto con dipendenza da pornografia, alcuni distinti professori universitari della vicina Oxford, un agente assicurativo e diverse ragazze (Jennifer, Sue e Mary), in qualche modo legate alla vittima.
Come detto il romanzo è un piccolo capolavoro del genere. La scrittura è brillante e l’indagine avvincente ed incerta fino all’ultimo. Su tutto giganteggia la figura di Morse che, a differenza di altri geniali investigatori inglesi tipo Sherlock Holmes, Poirot, Miss Marple, Padre Brown e compagnia cantante, ne incarna l’acume, ma, allo stesso tempo è una figura decisamente più umana e sofferta, piena di difetti, vizi e con una sofferenza interna nascosta dall’essere burbero. All’interno di un libro dal registro brillante ci sono anche pagine più intime che coinvolgono il lettore e rendono l’opera ancora più saporita e sentita, non un mero esercizio di bravura letteraria.

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