Le liti condominiali, si sa, sono spesso all’ordine del giorno. E altrettanto
frequentemente lo sono per motivi futili. Però, raramente, un singolo condomino
riesce a mettere d’accordo tutti. Tranne Giada Meini, sessantenne impiegata
delle Poste che, infatti finisce assassinata nel garage di casa a pagina 44 di
“Piomba libera tutti” (Sellerio) di Marco Malvaldi. Mi sono rituffato nella
serie del Bar Lume dopo tanti anni per vedere se manteneva la freschezza e la
particolarità dei primi romanzi. Alla fine ci sono un po’ tutti i personaggi
storici: ovviamente Massimo Viviani e la Tizi, gli inossidabili vecchietti e Alice.
Il libro però si apre con l’apertura del testamento di Aldo, il più colto e
raffinato del quartetto dei deboli di prostata che lascia questo mondo terreno
all’età di 90 anni, lasciando in eredità a Massimo e Tiziana oltre che le quote
societarie dei locali rispettivamente le preziose collezioni di dischi e libri
e l’appartamento dove viveva che però viene proditoriamente occupato da una
serie di giovinastri.Di cui si dipanano i filoni principali della vicenda: ovviamente c’è il
canonico giallo da risolvere con le due indagini parallele: quella ufficiale di
Alice e quella ufficiosa di Massimo e dei tre vecchietti superstiti. Si
conosceranno tutti i condomini, giocoforza sospettati di omicidio e ci sarà la
possibilità di riflettere su amicizia, senso di mancanza e problemi
amministrativi delle giunte di destra e sinistra, parimenti inclini ai disastri
in uno o nell’altro settore. L’altro pezzo del plot riguarda le peripezie per
far tornare Tiziana e Marchino in possesso dell’appartamento ricevuto in
eredità ed abusivamente occupato. L’happy ending è ovviamente di prassi e c’è
anche la possibilità di un poetico saluto finale ad Aldo, che è la parte più
riuscita del romanzo. Per il resto Malvaldi scrive bene e la trama è ben
congegnata con la soluzione finale che, dato l’autore, non può che essere di
carattere scientifico. Però, nonostante la lettura scorrevole e piacevole,
questo libro mi ha lasciato un senso di incompiutezza.potrà comunque apprezzarne l’ironia e la
scrittura. I fan più affezionati, invece, non potranno non notare una formula
ormai un po’ alla corda: le battute e i giochi di parole diventano prevedibili,
e i personaggi hanno poca possibilità di ulteriore sviluppo e quello che c’è o
è minimo o piuttosto banale.
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