martedì 25 marzo 2025

Il trio di Belgrado - Goran Markovic

E’ il 1948 e in Jugoslavia scoppia il caos. La rottura di Tito con la Russia staliniana porta ad un super lavoro per la polizia e i servizi segreti OZNA ed UDBA. Stalinisti o presunti tali vengono spediti nel famigerato campo di lavori forzati di Goli Otok, l’Isola Calva. E’ anche un ottimo pretesto per eliminare gli oppositori interni del regime. In tutto questo bailamme arriva lo scrittore Lawrence Durrell, fratello del forse più famoso Gerald che lavora ufficialmente come addetto stampa, ma poi in realtà come spia abbastanza sprovveduta per l’Ambasciata Inglese a Belgrado. Questa è la storia raccontata da Goran Markovic ne “Il trio di Belgrado” (Bottega Errante), romanzo particolarissimo che ci immerge nell’atmosfera cupa del regime titoista a fine anni ’40. Un’opera importante perché costruita su telegrammi, documenti ufficiali, pagine personali di diario, articoli di giornale, verbali di polizia e documenti dei servizi segreti. L’invenzione letteraria è minima e il lavoro di ricerca per portare alla luce le storie, spesso tristi e tragiche, dei protagonisti è stato enorme. E altrettanto titanico lo sforzo per rendere godibilissima e trascinante la lettura.Markovic ha un background di drammaturgo e regista e nella sua scrittura questo si sente in modo chiaro. Lawrence Durrell arriva in una Belgrado dilaniata dalla lotta del regime di Tito contro tutti i suoi oppositori. E lo fa con la senza la minima consapevolezza, cacciato dal precedente incarico in quel di Buenos Aires e dopo un passaggio tra le mollezze della Costa Azzurra e un rapporto di coppia aperto con Henry Miller e Anais Nin. Il suo compito presso l’Ambasciata inglese di Belgrado dovrebbe essere quello di addetto stampa, ma in realtà viene impiegato, con esiti a dir poco disastrosi, in operazioni di reclutamento per il controspionaggio specialmente tra i cetnici e i monarchici. Nel frattempo trova anche il tempo di innamorarsi di Vera, la sua interprete di serbo croato. E da qui nasce il titolo ovvero “Il trio di Belgrado” che fa il verso al “Quartetto di Alessandria”, la tetralogia di romanzi più famosa di Durrell. Il marito di Vera e padre della piccola Mila, Borislav, stalinista duro e puro viene rinchiuso a Goli Otok mentre la moglie poco dopo è internata prima a Ramski Rit e poi nell’Isola di San Gregorio. Dai documenti scopriamo gli sforzi di Durrell per liberare l’amata ma, soprattutto dal diario di Vera, conservato dalla sua compagnia di prigionia, la giornalista Dragica, veniamo a conoscenza di quello che accade agli internati in questi terribili campi. E alle emozioni del diario, ma anche delle lettere della moglie di Durrell si contrappongono le asettiche comunicazioni riservate dei responsabili dei campi e degli organi politici e anche le lettere piene di frivolezze che si scambiano i diplomatici britannici. Ma la vicenda e soprattutto i morti sono reali e il romanzo di Markovic ha il pregio di portare alla luce le loro storie.

 

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