martedì 18 marzo 2025

Mala fede - Giovanni Taranto (+ intervista)

Vista la recentissima polemica che ha visto contrapposte Pordenone e Pompei dopo la nomina della città sul Noncello a Capitale Italiana della Cultura 2027, mi sembra giusto proporre, come segno ditensivo e di pace, un giallo ambientato a Pompei che però venne presentato proprio a Pordenone, nel 2023 in occasione del festival Pordenoir.
Ai suoi gialli, che hanno come protagonista il capitano dei Carabinieri Giulio Mariani, hanno affibbiato la definizione di “gialli vulcanici” un po’ perché sono ambientati alle pendici del Vesuvio e un po’ perché avranno preso la strabordante personalità del proprio autore. Giovanni Taranto, giornalista specializzato in cronaca nera, giudiziaria ed investigativa da oltre 40 anni, ha riversato nei suoi romanzi gialli anni di inchieste sui fatti di Camorra e lo fa anche nella sua terza prova “Mala Fede” (Avagliano Editore). Ma il rapporto tra Taranto e la città degli scavi non si ferma a questo romanzo: è, infatti, anche nel team di sceneggiatura della fiction "Pompei" visibile su Amazon Prime Video, per la quale funge anche da consulente per gli aspetti investigativi, legali e processuali oltre che, come maestro di arti marziali, anche per le scene d'azione. La seconda serie della fiction è in arrivo.

“Ho voluto usare il giallo per spiegare alcuni temi legate alla criminalità e alla mafia – spiega Taranto – il mio intento è di scrivere libri realistici e molto documentati: sono tutti ambientati negli anni ’90 e cerco di ricostruire meticolosamente tutto, dal colore delle auto alle esatte fasi lunari. Non per questo credo siano libri pesanti perché sono ricchi di humor. La mia vuole essere una fotografia della realtà”
 
Ogni libro di Taranto tratta temi specifici. Quello d’esordio “La fiamma spezzata” parlava di un cold case e della mentalità diffusa che in qualche modo considera normale l’idea della mafia. Il secondo “Requiem sull’ottava nota” trattava soprattutto del reclutamento dei minorenni, tant’è vero che viene letto nel semi convitto di Nisida dove c’è un centro di reinserimento del carcere minorile. 
 
“Mala Fede, invece – racconta l’autore – tratta della presenza delle sette sataniche, o presunte tali, nel vesuviano e poi quello del distorto rapporto delle mafie con la religione. Queste consorterie criminali in genere piegano in maniera distorta alcuni concetti religiosi per accreditarsi e poi anche perché spesso i boss si sentono quasi protetti nelle loro malefatte da queste entita divine. O almeno così si giustificano e cercano una legittimazione ai propri crimini.”
 
Per quarant’anni Taranto ha avuto a che fare con inquirenti, giudici, ma anche con gli imputati, iniziando la propria carriera al fianco di Giancarlo Siani, a bordo della mitica Mehari, ritratta nel film “Fortapasc”. Per dirimere le questioni c’è il capitano dei Carabinieri Giulio Mariani 
 
“Ho scelto un romano perché mi permette di fare da filtro al lettore. Io faccio scoprire determinati luoghi o usanze a lui, per farle arrivare al lettore e in maniera più efficace ed emozionante che non se scrivessi un saggio sulle stesse tematiche. Voglio far scoprire al lettore tradizioni, folclore, cultura e filosofia locale. E per questo ho scelto periodi ben precisi: nel primo libro raccontavo le tradizioni delle feste natalizie, nel secondo quelle pasquali mentre per il terzo ci si immerge nel maggio mariano, tipico del Santuario di Pompei” 
 
Nel mezzo un sacco di personaggi interessanti e particolari e un ambientazione con paesi di fantasia ma con segni inequivocabili che le riconducono all’ambientazione vesuviana.
 
“Il giallo permette di farti arrivare alla conoscenza coinvolgendoti. E alla fine il lettore conosce anche i pensieri del criminale e ne esce cambiato, in maniera diversa da quello che si ottiene con un saggio”

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