La cassetta delle
lettere che parenti e amici dovrebbero usare per gettare un ponte e scrivere ai
propri cari defunti è una suggestione che Stroppa ha ricavato da un altro
romanzo ovvero “Lux” di Eleonora Marangoni. Arturo, la piazza nella chiesa
vicina a casa sua e ne detta anche le istruzioni per l’uso. Le più importanti
sono quelle che permettono l’anonimato e chiedono di scrivere con il cuore. C’è
anche la regola che garantirebbe la non apertura delle buste ma, in realtà, il
buon Arturo le legge tutte. Il mite professore d’arte delle scuole medie e mago
del bricolage ha una spiritualità profonda e particolare. Non va mai a messa,
ma non si perde neanche uno dei funerali che officia il suo miglior amico,
ovvero Don Mario. La sua vita scorre placida tra un funerale, la vita di
quartiere e il lavoro a scuola. Qui il professor Arturo vuole incidere sulla
formazione dei propri alunni e la sfida principale gli viene posta dagli
studenti problematici, quelli ai quali il prof vuole stare più vicino. In
particolare scopriremo la storia di Gabriele Breda. Ma Arturo è tanto attivo e
deciso quando si tratta di risolvere i problemi pratici o esistenziali di chi
gli sta attorno, quanto è indeciso e incapace di prendere posizione quando le
difficoltà sono sue. Non si tratta di mancanza di coraggio quanto di vera e
propria inazione dovuta a fatalismo e scarsa autostima. Questo in fondo lo
porta a creare la famosa cassetta, uno strumento che permetterà a lui e magari
ad altri, di aggiustare l’unica cosa che non è riuscito a riparare ovvero il
buco creato prima dalla perdita dei genitori e poi della nonna, morta
improvvisamente prima che lui potesse riconciliarsi con lei.
Prima o poi Arturo dovrà prendere una decisione e nel suo tran tran si
inseriscono due presenze femminili importanti, Mariana e Clara.
Come detto, Lorenza Stroppa tratta temi importanti e difficili come l’elaborazione
del lutto, la capacità di aver rapporti interpersonali solidi, la solidarietà
di paese e la difficile missione di educare ed appassionare gli adolescenti con
un’ammirevole prova di scrittura che rende il romanzo intenso, porta il lettore
alla riflessione ma, allo stesso tempo lo mantiene di piacevolissima e facile
lettura. E non solo per chi abita nel quartiere nel quale è ambientato.
martedì 11 marzo 2025
La cassetta delle lettere per i cari estinti - Lorenza Stroppa
E’ una cosa
veramente inconsueta e non so a quanti sia capitato. Mi appresto a recensire un
romanzo, “La Cassetta delle lettere per i cari estinti” di Lorenza Stroppa,
uscito oggi per Mondadori e la casa del protagonista è, letteralmente, di mia
proprietà. Si tratta di un rudere di fronte al Castello di Torre di Pordenone e
a fianco alla Chiesa di Sant’Ilario e Taziano che avevo acquistato con
l’intenzione di trasformarlo in B&B. Ed evidentemente, oltre ad essere
funzionale perché vicino alla chiesa, ha colpito Lorenza che ne ha fatto la
casa di Arturo, professore di Storia dell’Arte che abita nella casa lasciatagli
dai nonni e qui aggiusta in maniera creativa di tutto e di più. Ma soprattutto
ha installato di fronte all’ingresso della chiesa la cassetta delle lettere per
i cari estinti che da il titolo al libro. Un libro che tratta, ma non
esclusivamente, il tema della perdita e dell’elaborazione del lutto, e lo fa
senza risultare pesante né scontato. L’estrema facilità di scrittura di Lorenza
Stroppa rende una storia semplice e in fondo dolorosa, lieve, poetica e meritevole
di essere letta.
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