Parlare di Toni Capuozzo e del suo "Balcania" (Edizioni Biblioteca dell’Immagine), in un momento storico come questo non è facile perchè invariabilmente, pur partendo dalla guerra che ha visto dissolversi la Jugoslavia, si finisce per parlare anche dell'invasione russa in Ucraina. Personalmente non sempre sono d'accordo con la posizione di Capuozzo in merito e per capire il libro e l'uomo ho preferito fare un'intervista piuttosto che una recensione. Chi legge deve tenere conto che è stata realizzata durante i primissimi mesi del conflitto e alla fine è risultata una chiacchierata sul mestiere del reporter di guerra. E' il modo di Capuozzo di intendere la professione, non l'unico. "Balcania" è un libro sui ricordi di Capuozzo, che per dieci anni
ha seguito da inviato per la televisione i conflitti della ex Jugoslavia.
Mentre il libro era in fase di scrittura è scoppiato il conflitto russo ucraino “E mi son chiesto – racconta Capuozzo – se fosse superato raccontare una guerra
accaduta trent’anni prima o potesse aiutare a capire meglio il presente. E la
risposta che mi son dato è stata affermativa. Son due conflitti che avvengono
nel mondo slavo,che ha un culto quasi ossessivo della memoria. Il passato per
loro è molto più ingombrante di quanto non lo sia per noi. Questo spiega perché
certe guerre sembrino scoppiare all’improvviso, ma in realtà abbiano tempi di
incubazione molto lunghi e dei processi di guarigione altrettanto complessi.
Questo conflitto lascerà strascichi per anni. A differenza di quanto è successo
da noi dopo la seconda guerra mondiale. Già negli anni ‘50 ospitavamo i
tedeschi a Lignano piuttosto che a Bibione in ferie senza problemi. Nei Balcani
l’odio viene consegnato come patrimonio (negativo) alle generazioni successive”
mercoledì 2 aprile 2025
martedì 1 aprile 2025
Oscuramento - Boris Pahor
L’inizio del ‘900 è un periodo decisamente complesso per tutti. In modo particolare se sei un giovane di origine slovena residente a
Trieste. La geopolitica e i rivolgimenti sociali ti fanno sentire straniero,
prima all’interno di un grande impero in disfacimento, quello asburgico, e poi
nella tua città dove non puoi parlare la tua lingua di origine e i tuoi
connazionali vengono perseguitati. Questa è la situazione di Radko Suban,
protagonista di “Oscuramento” romanzo di Boris Pahor, scritto nel 1975 e
recentemente pubblicato, in occasione della giornata del Ricordo da La Nave di
Teseo. L’opera fa parte della cosiddetta trilogia triestina che comprende anche
“Primavera difficile” e “Dentro il labirinto” con la quale Pahor, morto nel 2022 alla veneranda età di 109 anni, ha fatto di Radko Suban il proprio alter ego per raccontare le
vicissitudini sue e del suo popolo all’alba e durante il secondo conflitto
mondiale. Come lo scrittore, Suban, subisce la forzata italizzazione
scolastica, frequenta ed abbandona il seminario, partecipa ai combattimenti
della Seconda Guerra Mondiale in Libia, viene in contatto con l'ambiente della
Resistenza, e infine fa la terribile esperienza di un internamento in diversi
lager tra i quali i famigerati Dachau e Bergen Belsen. “Oscuramento” è
ambientato tra il 38’ e il 45’ e racconta appunto le vicissitudini di Suban, un
personaggio complesso e affascinante.
mercoledì 26 marzo 2025
Il ciclismo nel sangue - Paola Turcutto e Elisa Cozzarini
Può l’ombra del doping
insinuarsi anche in un’attività che non fa di certo girare cifre milionarie
come il ciclismo femminile? A leggere “Il ciclismo nel sangue” (Ediciclo)
scritto da Paola Turcutto assieme alla giornalista Elisa Cozzarini il dubbio è
più che lecito. Ma ridurre la storia raccontata ad un puro affare di sostanze
illecite sminuirebbe di molto la vicenda raccontata nell’agile libro. In
effetti tra le pagine c’è molto di più: l’insegnamento che anche un outsider
può ottenere risultati incredibili tramite talento, ma soprattutto passione,
volontà ferrea, sacrificio ed abnegazione, senza per questo derogare ai propri
principi etici e morali.
martedì 25 marzo 2025
Il trio di Belgrado - Goran Markovic
E’ il 1948 e in Jugoslavia scoppia il caos. La rottura di Tito con la Russia staliniana porta
ad un super lavoro per la polizia e i servizi segreti OZNA ed UDBA. Stalinisti
o presunti tali vengono spediti nel famigerato campo di lavori forzati di Goli
Otok, l’Isola Calva. E’ anche un ottimo pretesto per eliminare gli oppositori
interni del regime. In tutto questo bailamme arriva lo scrittore Lawrence
Durrell, fratello del forse più famoso Gerald che lavora ufficialmente come
addetto stampa, ma poi in realtà come spia abbastanza sprovveduta per
l’Ambasciata Inglese a Belgrado. Questa è la storia raccontata da Goran
Markovic ne “Il trio di Belgrado” (Bottega Errante), romanzo particolarissimo
che ci immerge nell’atmosfera cupa del regime titoista a fine anni ’40.
Un’opera importante perché costruita su telegrammi, documenti ufficiali, pagine
personali di diario, articoli di giornale, verbali di polizia e documenti dei
servizi segreti. L’invenzione letteraria è minima e il lavoro di ricerca per
portare alla luce le storie, spesso tristi e tragiche, dei protagonisti è stato
enorme. E altrettanto titanico lo sforzo per rendere godibilissima e
trascinante la lettura.
martedì 18 marzo 2025
Mala fede - Giovanni Taranto (+ intervista)
Vista la recentissima polemica che ha visto contrapposte Pordenone e Pompei dopo la nomina della città sul Noncello a Capitale Italiana della Cultura 2027, mi sembra giusto proporre, come segno ditensivo e di pace, un giallo ambientato a Pompei che però venne presentato proprio a Pordenone, nel 2023 in occasione del festival Pordenoir.
Ai suoi gialli, che hanno come protagonista il capitano dei Carabinieri Giulio Mariani, hanno affibbiato la definizione di “gialli vulcanici” un po’ perché sono ambientati alle pendici del Vesuvio e un po’ perché avranno preso la strabordante personalità del proprio autore. Giovanni Taranto, giornalista specializzato in cronaca nera, giudiziaria ed investigativa da oltre 40 anni, ha riversato nei suoi romanzi gialli anni di inchieste sui fatti di Camorra e lo fa anche nella sua terza prova “Mala Fede” (Avagliano Editore). Ma il rapporto tra Taranto e la città degli scavi non si ferma a questo romanzo: è, infatti, anche nel team di sceneggiatura della fiction "Pompei" visibile su Amazon Prime Video, per la quale funge anche da consulente per gli aspetti investigativi, legali e processuali oltre che, come maestro di arti marziali, anche per le scene d'azione. La seconda serie della fiction è in arrivo.
Ai suoi gialli, che hanno come protagonista il capitano dei Carabinieri Giulio Mariani, hanno affibbiato la definizione di “gialli vulcanici” un po’ perché sono ambientati alle pendici del Vesuvio e un po’ perché avranno preso la strabordante personalità del proprio autore. Giovanni Taranto, giornalista specializzato in cronaca nera, giudiziaria ed investigativa da oltre 40 anni, ha riversato nei suoi romanzi gialli anni di inchieste sui fatti di Camorra e lo fa anche nella sua terza prova “Mala Fede” (Avagliano Editore). Ma il rapporto tra Taranto e la città degli scavi non si ferma a questo romanzo: è, infatti, anche nel team di sceneggiatura della fiction "Pompei" visibile su Amazon Prime Video, per la quale funge anche da consulente per gli aspetti investigativi, legali e processuali oltre che, come maestro di arti marziali, anche per le scene d'azione. La seconda serie della fiction è in arrivo.
mercoledì 12 marzo 2025
La Scatola del Te - Giuliano Pellizzari
Oggi facciamo il passo del gambero perchè, dopo aver già pubblicato la recensione del recente "La Terza Clessidra", ora tocca al suo predecessore, ovvero "La Scatola del Tè" primo capitolo della saga di Giuliano Pellizzari che ha per protagonista Leandro Arcani.
Notturno udinese,periodo prenatalizio. Leandro Arcani, esimio studioso di linguistica, ha appena terminato di gustarsi una pizza con la sua amica Marianna e nella passeggiata che segue la cena, in una Udine deserta, arrivato sulla pista di pattinaggio installata in Piazza San Giacomo scopre un cadavere, dando così ragione a tutti coloro che sostengono che il centro di Udine sia un mortuorio. Da qui partono le mosse de “La scatola del tè”, romanzo d’esordio di Giuliano Pellizzari, scrittore che mette d’accordo tutta la regione essendo nato a Trieste e residente salomonicamente a Cervignano dopo esperienze lavorative a Udine e Pordenone. Il suo noir parte come un classico giallo e poi vira verso una spy story dai contorni avvincenti che si dipana tra Udine, Palmanova, il Friuli collinare fino a giungere sulle vette tarvisiane.
Notturno udinese,periodo prenatalizio. Leandro Arcani, esimio studioso di linguistica, ha appena terminato di gustarsi una pizza con la sua amica Marianna e nella passeggiata che segue la cena, in una Udine deserta, arrivato sulla pista di pattinaggio installata in Piazza San Giacomo scopre un cadavere, dando così ragione a tutti coloro che sostengono che il centro di Udine sia un mortuorio. Da qui partono le mosse de “La scatola del tè”, romanzo d’esordio di Giuliano Pellizzari, scrittore che mette d’accordo tutta la regione essendo nato a Trieste e residente salomonicamente a Cervignano dopo esperienze lavorative a Udine e Pordenone. Il suo noir parte come un classico giallo e poi vira verso una spy story dai contorni avvincenti che si dipana tra Udine, Palmanova, il Friuli collinare fino a giungere sulle vette tarvisiane.
martedì 11 marzo 2025
La cassetta delle lettere per i cari estinti - Lorenza Stroppa
E’ una cosa
veramente inconsueta e non so a quanti sia capitato. Mi appresto a recensire un
romanzo, “La Cassetta delle lettere per i cari estinti” di Lorenza Stroppa,
uscito oggi per Mondadori e la casa del protagonista è, letteralmente, di mia
proprietà. Si tratta di un rudere di fronte al Castello di Torre di Pordenone e
a fianco alla Chiesa di Sant’Ilario e Taziano che avevo acquistato con
l’intenzione di trasformarlo in B&B. Ed evidentemente, oltre ad essere
funzionale perché vicino alla chiesa, ha colpito Lorenza che ne ha fatto la
casa di Arturo, professore di Storia dell’Arte che abita nella casa lasciatagli
dai nonni e qui aggiusta in maniera creativa di tutto e di più. Ma soprattutto
ha installato di fronte all’ingresso della chiesa la cassetta delle lettere per
i cari estinti che da il titolo al libro. Un libro che tratta, ma non
esclusivamente, il tema della perdita e dell’elaborazione del lutto, e lo fa
senza risultare pesante né scontato. L’estrema facilità di scrittura di Lorenza
Stroppa rende una storia semplice e in fondo dolorosa, lieve, poetica e meritevole
di essere letta.
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