Oggi c'è una piccola recensione che coniuga mondo del volley e mondo poetico. E per capirlo serve fare un po' di cronistoria. Nel 1983 un giovane medico ortopedico lasciò la capitale per trasferirsi nel Nord Est, verso
l'enigmatica Spilimbergo. Seguirono i trasferimenti prima all'Ospedale Civile
di Pordenone e poi al Policlinico S. Giorgio. Ma oltre ad occuparsi di caviglie, e in particolare di quelle di una schiera infinita di pallavolisti, il dottor Massimo Neri ha sempre avuto un animo di poeta. Già nel 1986, per
mantenere saldo il rapporto con le proprie radici ha prodotto il suo primo
libretto di sonetti in romanesco “L'ospedale der Nord” ai quali ne sono seguiti
altri cinque, tutti relativi alla vita quotidiana ospedaliera. Nel 2013 La
Granne Guera ha dato il via alla raccolta dedicata ai fatti e ai personaggi
della Prima Guerra Mondiale. Nel 2014 è stata infatti la volta di Ortre l'
Isonzo cui è seguita, nel 2015,'na barriera e nel 2016 La Battaja de Vittorio,
dai quali venne tratta un'opera teatrale con oltre 30 repliche in tutta
Italia. Ora Neri propone la sua prima raccolta
di poesie interamente in italiano: “Dalla stanza di Miriam” (Lupi editori). Si
tratta della prima uscita di una serie che racconterà una delle ricchezze
culturali italiane ovvero la vita nei piccoli borghi. In questo caso
l'ispirazione deriva da una casa nella campagna italiana. Dalla stanza della
padrona di casa, Miriam appunto, si vedono le montagne, gli alberi, i prati ma
si possono osservare anche i sentimenti di quella gente che ogni giorno cerca
ancora di conservare le cose essenziali della vita
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