Ninfa Dormiente è anche una riflessione sui rapporti familiari.Volevi incentrare il romanzo su questo o è stata la “vita” dei tuoi personaggi a portarti a trattare questo tema?
“Probabilmente è stata una scelta inconscia. L'importanza dell'argomento era latente dentro di me e alla fine si è manifestata nella vita dei personaggi. Siamo tutti figli di qualcuno e le radici determinano il nostro presente e il nostro futuro più di quanto immaginiamo, nel bene e nel male.”
Teresa è un personaggio forte che ricava energia e motivazioni dalle proprie fragilità. In Ninfa Dormiente tutti i personaggi più importanti sono femminili. Il romanzo è una riflessione sul ruolo sociale della donna?.
“La società e la politica hanno ancora molto da riconoscere alle donne, ma i traguardi raggiunti sono incoraggianti. Nel mio piccolo ho voluto proporre un personaggio diverso da quelli che siamo abituati a incontrare nei thriller: sessantenne, sovrappeso, per nulla attraente, e malata di diabete. Eppure, con la sua esperienza e la forza dell'empatia è una leader naturale, un personaggio che parte come un "non" (non bella, non giovane, non in forma) e alla fine risulta vincente”.
Il romanzo racconta con delicatezza e senza entare in polemica anche di un fatto di sangue che coinvolge la lotta partigiana. Cosa ne pensi di questo argomento che, a distanza di oltre 70 anni infiamma ancora gli animi?
“Li infiamma ancora perchè porta con sè dolore, e il dolore va sempre rispettato. Mi sono approcciata a questa tematica con un certo pudore e senza pregiudizi: chi ha avuto la fortuna di non vivere la guerra non può giudicare con facilità. Per delineare la figura del partigiano e soprattutto per scegliere le parole da fargli pronunciare ho cercato le testimonianze di chi ha fatto la Resistenza, in particolare di due figure molto importanti di quel periodo: Giorgio Macrì e Giorgio Pacini. Alla fine, la penso come Teresa: " Inseguo da quarant’anni la scia di sangue che la morte violenta si lascia alle spalle. Non ho mai incontrato diavoli sulla mia strada, solo uomini.E' la guerra a essere un inferno."
Scrivere la seconda opera dopo un successo travolgente è una delle prove più ardue per uno scrittore. Come l'hai affrontata e quali sono i programmi futuri ?
“Ninfa dormiente aspettava chiusa in un cassetto da cinque anni. Ero sicura che ora fosse la storia adatta per Teresa Battaglia e per me, e durante la scrittura mi sono lasciata guidare da questa sensazione. Non ho sentito la pressione della "seconda prova", del successo da confermare, ma solo quella della grande responsabilità verso i lettori: quella di dare il massimo, di scrivere bene, di essere sincera nel mettermi al servizio della storia. Ora che l'uscita è vicina, però, un po' di ansia inizio a sentirla. Sto già lavorando alla trama del terzo romanzo della serie, che sarà sempre ambientato in Friuli, ma lascerà le montagne. Le idee per fortuna non mancano e la passione per la scrittura nemmeno. Non vedo l'ora di iniziare.”
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