Quando Pier Paolo Pasolini si trasferì nell'ottobre del '44 nella frazione di Versutta,
nonostante il periodo travagliato e segnato oltre che dalla guerra anche dalla
barbara uccisione del fratello partigiano Guidalberto, trovò un vero e proprio
Eden o, per usare le parole della compianta direttrice del Centro Studi
Pasoliniani, Angela Felice, un “locus amoenus”.
Per Pier Paolo si
dischiudeva, infatti, un paesaggio nuovo, fatto di pace, natura, musicalità dei
suoni e colori diversi rispetto a quelli dell'ambito cittadino.
In questo contesto
anche la poesia di Pasolini si arricchisce di queste immagini e suoni oltre che
di conoscenza diretta delle tradizioni rurali e contadine, alle quali assegna
un grandissimo valore. A raccontare in modo
molto personale l'esperienza versuttana di Pasolini ci pensa il volume “Il
Pasolini friulano” (Scripta Edizioni). L'opera acquista valore e si distingue nel
mare magnum di scritti più o meno simili perchè a scriverla è stato Antonio
Spagnol, detto “Tonuti”, ovvero colui che fu il più giovane poeta che prese
parte all'esperienza dell'Academiuta di Lenga Furlana.
Classe 1930, Tonuti
all'epoca aveva solo 14 anni, ma Pasolini ne seppe cogliere le particolari
inclinazioni letterarie e lo spinse a studiare e a scrivere. D'altronde il
giovane Pier Paolo nel suo soggiorno a Versutta, pur in tempi difficili e
complicati, diede un grosso impulso all'ambiente culturale casarsese, tenendo
lezioni private ai ragazzi del paese, spronandoli a scrivere e ad esprimersi
artisticamente, o, semplicemente organizzando incontri (anche per il
Carnevale), concerti con la musicista slovena Pina Kalc, o recite teatrali che
si tenevano nell'oratorio del paese. In cambio ricevette un luogo sicuro che fu
d'ispirazione alle sue poesie e la conoscenza profonda delle tradizioni contadine,
come quella del “Filò” ovvero la riunione serale nelle stalle durante la quale
le donne filavano e nel contempo ci si raccontava gli eventi della giornata,
alternati a villotte o racconti di fantasia. Spagnol, poi trasferitosi per
lavoro in zona comasca, ha continuato la propria produzione poetica in lingua
tanto da pubblicare la raccolta “Vui di Rosada” nel 2015, due anni prima di
spegnersi.
Nei suoi “ricordi di
discepolo”, ordinati post mortem da Sergio Clarotto, si respira tanta
gratitudine per il proprio mentore, ma anche la nostalgia per un periodo e un
luogo che non torneranno mai più quelli di una volta (ora Versutta fa parte
della zona industriale casarsese).
Anche Pasolini
rimpianse la serenità del Friuli occidentale, come traspare nelle lettere
inviate a Tonuti dalla capitale e raccolte nel volume. Forse perchè, come disse
Padre Davide Maria Turoldo nell'omelia pronunciata al funerale del poeta “C'è
troppa violenza su Roma. Non c'è fiore che sbocci in questa periferia e non un
alito di vento che ne espanda il profumo, non un fanciullo con la faccia pura,
non un prete che preghi”.
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