Oggi una recensione breve per un romanzo breve, ma non banale. Alfredo Stoppa,
padovano di nascita ma pordenonese d'adozione, sul Noncello ha gestito la
Libreria Becco Giallo e ha maturato una solida esperienza come editore e
scrittore di opere dedicate a bambini e ragazzi che lo hanno portato a creare
una casa editrice di successo nel settore (Editrice C'era una volta) e a
vincere svariati premi, tra i quali spicca il Premio Andersen, ovvero il più
prestigioso riconoscimento italiano conferito ai libri per l'infanzia, che
Stoppa ha portato a casa per ben sette volte. La sua propensione
per il fiabesco e la fanciullezza si percepisce, a livello stilistico più che
tematico, anche nei suoi romanzi dedicati ai lettori adulti.Non fa eccezione la
sua ultima creatura, “Il sentiero” (Sikè Edizioni), che racconta una storia
minima eppure ricca di sfumature.
Un uomo senza nome,
ma con una connotazione ben precisa ovvero quella di essere uno scrittore in
cerca di storie da raccontare, decide di passare un mese nella montagna
friulana. Qui viene a contatto con le storie che gli racconta la natura, ma
anche quelle umane di personaggi normali e al tempo stesso particolari come
Sante detto Bestemmia e della bimba Fatinfolletta.
Un romanzo fatto di
colori, impressioni, pensieri e sensazioni piuttosto che di azioni. Un romanzo,
soprattutto, fatto di parole che sulle parole riflette e anche gioca.
L'importante è
orientarsi tra le mille storie quotidiane ed imboccare un sentiero, sia esso
nel montuoso Friuli o nella solare Sicilia e prendersi la briga di raccontare
le storie che si incontrano nel cammino.
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