Udine tra gli anni ’70 e ’80 è una città tranquilla e laboriosa del Nord Est italiano. Eppure in quel periodo in Via Ciconi, zona
della stazione ferroviaria, venne fatta una delle più importanti operazioni
contro le BR e venne uccisa Luana Giamporcaro, una delle tredici vittime tra il
’71 e l’ ’89 di quel pluriomicida che venne nominato il “Mostro di Udine”. Due
vicende che avrebbero ottenuto probabilmente diversa risonanza se si fossero
svolte in altre parti d’Italia come dimostra la coeva popolarità del cosiddetto
“Mostro di Firenze”. La giornalista e scrittrice udinese Elena Commessatti ha
riscoperto la vicenda nel 2008 e vi si è immersa completamente, pubblicando nel
2013 un romanzo “Femmine un giorno” uscito per i tipi di Bebert. Da quel giorno
c’è stata un’evoluzione e dopo il documentario televisivo andato in onda sul
canale Crime + Investigation che ha portato alla scoperta di nuovi reperti,
Federica Tosel, avvocato dei parenti di due delle vittime ha richiesto nel 2019
la riapertura del caso, archiviato nel 1997. Per questa ragione anche la
Commessatti ha deciso di fare una riedizione del precedente romanzo,
aggiungendo nuovi personaggi, nuovi particolari e soprattutto un apparato
finale con le interviste all’avvocato Federica Tosel e a suo padre Gianpaolo
Tosel, già giudice sportivo della Lega Calcio, ma soprattutto sostituto
procuratore che si occupò del caso.
E’ nato così “Agata Est e il mostro di Udine” per Gaspari Editore. L’opera è un romanzo di
finzione ma evidentemente ripercorre le vicende di quattro vittime che secondo
l’indagine del ’95 possono essere state assassinate con lo stesso modus
operandi.
Il punto di forza di questa opera è il fatto che nonostante la
vicenda tragica e brutale non ci si trovi di fronte ad un efferato thriller, ma
a pagine con uno stile ed un carattere molto personale e allo stesso tempo
potente. Agata Est è un personaggio scanzonato. Scrittrice di autobiografie
conto terzi è una donna indipendente e forte. Il suo fisico prorompente da
l’immagine di una Jessica Rabbit, ma la sua passione per i romanzi d’amore
della Invernizio, il design e la poesia greca. La vicenda nasce da l’assassinio
di una sua compagna di classe delle superiori, l’archivista Gloria Penni che
lascia alla Est alcuni indizi che la porteranno ad indagare sulle malefatte del
Mostro. Un viaggio verso l’orrore che però viene affrontato in maniera
originale, grazie ai fantastici personaggi che gravitano nella cerchia della
protagonista: la nonna investigatrice privata, il fastidioso ex marito, le
compagne del liceo. Si intrecciano così, in una Udine descritta con il cuore e
non con scorci patinati da cartolina, le storie personali di Agata e quelle
delle povere vittime, donne ai margini, prostitute o drogate che, si spera,
prima o poi riceveranno giustizia e che forse l’avrebbero già ricevuta se
appartenute ad altra classe sociale.
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