Può avvenire naturalmente, come esito di modi diversi di intendere la vita, o a causa di uno
strappo violento, magari per la spartizione dell'eredità dei genitori defunti,
o ancora perché il lavoro o l'amore ha reso incompatibile la geografia delle
rispettive esistenze.
Si parla della separazione che talvolta coinvolge i familiari più stretti come i Fratelli (DeA Planeta) narrati nel romanzo di Simone Marcuzzi.
Lo scrittore, originario di Fiume Veneto, questa volta racconta la vicenda dei fratelli Lorenzo e Alberto, seguendone i passi dall'infanzia fino al passaggio all'età matura. Lorenzo, il maggiore, è un ragazzo popolare. Vulcanico dedica molta parte del proprio tempo allo studio della chitarra (una Gibson Les Paul uguale a quella del suo idolo dell'adolescenza, Slash) e a comporre i propri pezzi con il gruppo Nowhere Lullaby. Alberto cresce con il mito del fratello del quale vorrebbe seguire ogni passo, tanto da essere soprannominato affettuosamente Zavorra. Ma essere zavorra non è un dispregiativo: al contrario significa poter rimanere legato al fratello maggiore. La vita porta Alberto ad avere altre esperienze e a trovare un modo tutto personale per esprimersi attraverso la scrittura, ma anche risultando irreprensibile nel proprio percorso di studi.
Nel frattempo si incrociano le storie di famiglia, le prime esperienze adolescenziali che spesso sfociano in vere e proprie crisi perché, come dicono i più volte citati Tre Allegri Ragazzi Morti: ogni adolescenza coincide con la guerra. Ci sono i primi amori, le paure, i sogni grandiosi e le altrettanto fragorose delusioni che contribuiscono a formare le caratteristiche peculiari del carattere di ognuno dei due ragazzi.Nel loro percorso di crescita Alberto e Lorenzo litigano, si allontanano, cambiano anche il loro modo di essere e cercano diverse maniere per esprimere la propria personalità. Attorno a loro vive un mondo di persone che influenza le loro scelte: il padre Fabiano, preso dalle responsabilità lavorative, ma presente nell'educazione dei figli, la madre Luisa, schiacciata da un lutto familiare che non riesce ad elaborare. Sarà lei a fornire con la scrittura una chiave di interpretazione del mondo per Alberto. E poi lo scapestrato compagno di classe Fabrizio e la dolce Giulia.
Alla fine, sembra dire Marcuzzi, può succedere qualsiasi cosa, ma è difficile separarsi dalla propria famiglia.
Simone Marcuzzi dopo l'esordio di Vorrei stare fermo mentre il mondo va (2010), Dove si va da qui (2014) e Ventiquattro secondi (2016) si dimostra abilissimo indagatore dell'animo umano. Lo fa coniugando leggerezza e profondità sia quando racconta la storia di un cestista friulano catapultato nell'Nba che, come in questo caso, narrando la vita di due fratelli speciali nella loro assoluta e quotidiana normalità. Uno sguardo intenso ma non pedante nel quale non può non riconoscersi chiunque abbia avuto un fratello. Alberto e Lorenzo sono complici, inseparabili, amici, ma talvolta anche rivali, nemici, avversari, come nelle più classiche dinamiche che coinvolgono i rapporti familiari. Raccontarlo con delicatezza e sentimento senza essere banali non è per niente facile ne scontato. E Marcuzzi è riuscito pienamente nel suo intento.
Si parla della separazione che talvolta coinvolge i familiari più stretti come i Fratelli (DeA Planeta) narrati nel romanzo di Simone Marcuzzi.
Lo scrittore, originario di Fiume Veneto, questa volta racconta la vicenda dei fratelli Lorenzo e Alberto, seguendone i passi dall'infanzia fino al passaggio all'età matura. Lorenzo, il maggiore, è un ragazzo popolare. Vulcanico dedica molta parte del proprio tempo allo studio della chitarra (una Gibson Les Paul uguale a quella del suo idolo dell'adolescenza, Slash) e a comporre i propri pezzi con il gruppo Nowhere Lullaby. Alberto cresce con il mito del fratello del quale vorrebbe seguire ogni passo, tanto da essere soprannominato affettuosamente Zavorra. Ma essere zavorra non è un dispregiativo: al contrario significa poter rimanere legato al fratello maggiore. La vita porta Alberto ad avere altre esperienze e a trovare un modo tutto personale per esprimersi attraverso la scrittura, ma anche risultando irreprensibile nel proprio percorso di studi.
Nel frattempo si incrociano le storie di famiglia, le prime esperienze adolescenziali che spesso sfociano in vere e proprie crisi perché, come dicono i più volte citati Tre Allegri Ragazzi Morti: ogni adolescenza coincide con la guerra. Ci sono i primi amori, le paure, i sogni grandiosi e le altrettanto fragorose delusioni che contribuiscono a formare le caratteristiche peculiari del carattere di ognuno dei due ragazzi.Nel loro percorso di crescita Alberto e Lorenzo litigano, si allontanano, cambiano anche il loro modo di essere e cercano diverse maniere per esprimere la propria personalità. Attorno a loro vive un mondo di persone che influenza le loro scelte: il padre Fabiano, preso dalle responsabilità lavorative, ma presente nell'educazione dei figli, la madre Luisa, schiacciata da un lutto familiare che non riesce ad elaborare. Sarà lei a fornire con la scrittura una chiave di interpretazione del mondo per Alberto. E poi lo scapestrato compagno di classe Fabrizio e la dolce Giulia.
Alla fine, sembra dire Marcuzzi, può succedere qualsiasi cosa, ma è difficile separarsi dalla propria famiglia.
Simone Marcuzzi dopo l'esordio di Vorrei stare fermo mentre il mondo va (2010), Dove si va da qui (2014) e Ventiquattro secondi (2016) si dimostra abilissimo indagatore dell'animo umano. Lo fa coniugando leggerezza e profondità sia quando racconta la storia di un cestista friulano catapultato nell'Nba che, come in questo caso, narrando la vita di due fratelli speciali nella loro assoluta e quotidiana normalità. Uno sguardo intenso ma non pedante nel quale non può non riconoscersi chiunque abbia avuto un fratello. Alberto e Lorenzo sono complici, inseparabili, amici, ma talvolta anche rivali, nemici, avversari, come nelle più classiche dinamiche che coinvolgono i rapporti familiari. Raccontarlo con delicatezza e sentimento senza essere banali non è per niente facile ne scontato. E Marcuzzi è riuscito pienamente nel suo intento.
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