Ada ama rifugiarsi in mondi fantastici e per questo scrive libri per bambini. Ora deve presentare
ad un editore la sua prima opera per adulti, che però la coinvolge
personalmente. Infatti Ada è la protagonista di “L’ombra nell’acqua” (Gaspari
Editore) secondo romanzo della giornalista udinese Fabiana Dallavalle che segue
ed è il proseguimento di “La carezza dell’acqua”, romanzo d'esordio pubblicato
nel 2016. Come i lettori del primo romanzo ricorderanno Ada grazie a sedute di
regressioni ipnotica ha scoperto di poter risvegliare ricordi sopiti
nell’inconscio che la trasportano in una sua vita precedente, nella quale
vestiva i panni di Agnese, giovane alchimista e guaritrice nella Venezia del
‘500. Nel corso del primo capitolo abbiamo conosciuto il mondo di Ada che
comprende la sua anima gemella Davide e i suoi amici Marco e Alberto. Ora in
quest’ultima fatica ci immergiamo nuovamente nei mondi di Ada ed Agnese che,
seppur temporalmente lontane più di cinquecento anni, continuano a dialogare
tra di loro in un gioco continuo di rimandi abilmente orchestrati, grazie ad
una buona costruzione narrativa e una scrittura agile, ma allo stesso tempo
piena. Dopo le prime pagine veneziane possiamo seguire i vari protagonisti in
mezza Europa con puntate a Genova, Trieste, Edimburgo e Bruges. Il fil rouge è
un misterioso taccuino del ‘500 che ripercorre le vicende di Agnese, ma allo
stesso tempo ha ripercussioni nel presente sulle vite di Ada e anche di Davide
che per suo tramite scoprirà qualcosa di importante sulla sua vita familiare.
Il lettore si fa trasportare volentieri tra le ambientazioni moderne di Trieste
ed Edimburgo, ma allo stesso tempo può
godere di belle descrizioni della laboriosa e potente Genova
cinquecentesca e soprattutto della Bruges che ospitava geni pittorici come Van
Eyck e un fiorire di case editrici oltre che, ovviamente, di commerci. Ma oltre
all’intreccio narrativo e ad un inno d’amore per le varie città d’acqua che vi
compaiono, il romanzo è anche un atto di passione per i libri “Perché quando apri
un libro, apri il mondo. Perché ogni libro ci apre ad altri libri. Perché i
libri, pur nella diversità delle nostre vite, ci uniscono ad altre persone e ci
salvano” secondo le parole dell’ editor di Ada. Ma soprattutto ci par di dire è
una rivendicazione di indipendenza e di qualità
del lavoro delle donne scrittrici. E questo, considerando che
recentemente uno dei più importanti editori italiani ha ammesso pubblicamente
di non conoscere scrittrici contemporanee di qualità, non è affatto banale e
scontato, ma anzi molto attuale.
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