Un antico e si spera superato adagio puntava l’attenzione sul fatto che dietro un grande uomo ci
fosse sempre una grande donna. Ora fortunatamente i tempi sono cambiati e ci si
augura che le donne meritino di stare non solo al fianco ma spesso anche
davanti ai loro compagni. A testimoniarlo l’uscita de “Le irriverenti – I volti
femminili delle grandi rivoluzioni” (Lisciani Libri) scritto da Elena Vesnaver,
triestina d’origine e sanvitese d’adozione, accompagnato dai disegni
dell’illustratore abruzzese Francesco Colafella. Vesnaver che solitamente si
muove nel terreno del romanzo noir e thriller, con qualche felice puntata nella
letteratura per ragazzi, cura dal 2009 la rubrica “Passioni tra le righe” per
il settimanale “Confidenze”. L’idea che sta alla base de “Le irriverenti” è
quella di portare alla luce con brevissimi racconti narrati in prima persona
dalle stesse protagoniste le vite e i gesti a loro modo rivoluzionari di
trentadue donne speciali. Non necessariamente autrici di gesti eroici, ma anche
di piccoli segni che hanno cambiato la quotidianità per molte altre ragazze.
Come quello di Helen Hulick, insegnante statunitense che nel 1938 finì
direttamente in prigione per aver rivendicato il proprio diritto ad indossare i
pantaloni, più comodi ed adeguati rispetto alla gonna per svolgere il proprio
mestiere. Oppure Odette du Puigadeau che espresse la sua libertà sempre negli
anni trenta dello scorso secolo intraprendendo assieme alla compagnia Marion
Senones un incredibile e avventuroso viaggio in Mauritania. Accanto a loro personaggi
famosissimi come le attrici Marlene Dietrich e Gloria Swanson e alcune
scrittrici agli antipodi per stile letterario come la poetessa Alda Merini, la
regina dei romanzi rosa Liala e Matilde Serao che oltre ad essere stata più
volte candidata al Premio Nobel fu la prima donna a fondare e dirigere un
quotidiano ("Il Giorno"). A chiudere, in maniera significativa il
volume la storia di Jole De Cillia infermiera e partigiana carnica morta a soli
23 anni per difendere la libertà non solo delle donne, ma di tutti. Insomma una raccolta
di esempi, scritta con leggerezza e talvolta una punta di ironia, per ricordare
che molte donne hanno lottato per ottenere un diritto che dovrebbe essere non
solo essenziale, ma anche scontato ovvero quello della libertà. Libertà di
espressione e libertà di vivere la propria vita nella maniera ritenuta più
consona. Senza per forza essere incasellate in ruoli precisi, ma mostrando
sempre una grande forza d’animo e vitalità. Vitalità che le figure raccontate
dalla Vesnaver sicuramente condividono con molte altre donne e ragazze che nel
mondo stanno combattendo la loro personale battaglia e rivoluzione.
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